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26 Agosto 2024

Vaiolo delle scimmie, la Who ha dichiarato lo stato di emergenza internazionale

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il vaiolo delle scimmie un’emergenza sanitaria internazionale. Il Direttore generale Tedros Ghebreyesus ha richiamato l’attenzione sui rischi connessi all’epidemia partita nei mesi scorsi dalla Repubblica Democratica del Congo

di Redazione Vet33


Vaiolo delle scimmie, la Who ha dichiarato lo stato di emergenza internazionale

L’mpox, noto anche come vaiolo delle scimmie, costituisce un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. Così il Direttore generale della World Health Organization (Who) Tedros Adhanom Ghebreyesus al termine di una lunga riunione del Comitato di emergenza chiamato ad analizzare i rischi connessi all’epidemia partita nei mesi scorsi dalla Repubblica Democratica del Congo.
 

Lo stato di allarme

“Oggi il comitato di emergenza si è incontrato e mi ha informato che la situazione costituisce un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale. Ho accettato questo consiglio” ha affermato alcuni giorni fa Tedros. Non molto tempo prima della dichiarazione, l’Africa Cdc aveva già proclamato l’emergenza su scala continentale.
Le preoccupazioni maggiori, ha spiegato Tedros, sono legate ad almeno due fattori. Innanzitutto, le dimensioni dell’epidemia, che ha fatto registrare nella sola Repubblica Democratica del Congo oltre 14.000 casi e 524 decessi nella prima metà dell’anno, superando già il bilancio dell’intero 2023.
A ciò si aggiunge “il rilevamento e la rapida diffusione di un nuovo clade di mpox nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, il suo rilevamento nei Paesi vicini che non avevano precedentemente segnalato la malattia, e il rischio di un’ulteriore diffusione in Africa e oltre”, ha detto Tedros.
Nell’ultimo mese sono stati segnalati circa 90 infezioni dovute al ceppo 1b del virus mpox in quattro Paesi confinanti che non avevano mai segnalato la malattia in precedenza: Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda. Sullo sfondo, poi, ci sono i diversi focolai dovuti ad altri ceppi in Africa e fuori dal continente.
Da qui la decisione di dichiarare l’emergenza, che “è il più alto livello di allarme sotto la legislazione sanitaria internazionale”. In precedenza, era stata dichiarata solo per l’influenza suina nel 2009, per la polio nel 2014 e in due occasioni per ebola (2013 e poi, nuovamente, 2019), per Zika nel 2016, per Covid nel 2020 e per la precedente epidemia di mpox nel 2022.

La risposta

Nel frattempo, la risposta all’epidemia è già iniziata. La Who ha annunciato di aver messo a punto un piano di risposta che richiede un investimento iniziale di 15 milioni di dollari, dei quali almeno 1,45 milioni sono stati già stanziati. Inoltre, si attende un contributo anche da altri donatori.
L’Europa è stata la prima a muoversi con l’Autorità per le emergenze sanitarie europea Hera (Health Emergency Preparedness and Response Authority) che ha annunciato di avere acquistato 175.000 dosi di vaccino anti-mpox da donare ai Paesi africani. Altre 40.000 dosi saranno donate dall’azienda produttrice Bavarian Nordic. I vaccini saranno distribuiti dal Cdc africano. Hera donerà anche 3,5 milioni di euro entro l’inizio dell’autunno per rafforzare la capacità di test e sequenziamento del virus nella regione.

I vaccini

Per quel che riguarda i vaccini, al momento il problema sembra più l’accesso da parte dei Paesi più interessati dall’epidemia che la disponibilità. Circa 500.000 dosi di vaccino contro l’mpox MVA-BN, prodotto da Bavarian Nordic, potrebbero essere già nella disponibilità del produttore e altre 2,4 milioni di dosi potrebbero essere prodotte entro la fine dell’anno, come riportato da Tim Nguyen, a capo della Unit High Impact Events Preparedness della Who. “Nel 2025 – ha aggiunto Nguyen – potrebbero essere prodotte altre 10 milioni di dosi”. E a queste si potrebbero aggiungere le dosi che “diversi Paesi hanno già accantonato e che potrebbero donare se altri Paesi ne avessero bisogno”.
Per un secondo vaccino, LC-16, che costituisce un prodotto ancora “non commercializzato ma al momento prodotto per conto del governo del Giappone”, ha precisato Nguyen, nella precedente epidemia “il Giappone è stato molto generoso e ha donato i vaccini a Paesi” che ne avevano bisogno. “Siamo al lavoro per facilitare la donazione delle riserve di LC-16” ha aggiunto Nguyen.

CITATI: TEDROS ADHANOM GHEBREYESUS, TIM NGUYEN
TAG: BAVARIAN NORDIC, HERA, REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO, VAIOLO DELLE SCIMMIE, WHO

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