Mercato
19 Giugno 2024In Italia è in forte crescita la spesa effettuata dai proprietari di animali domestici per prodotti non food destinati ai propri pet, come antiparassitari, accessori e prodotti per l’igiene
Una recente indagine di Nomisma per Zoomark sul segmento non food del mercato pet italiano ha rivelato una crescita del 20% nel 2022 del settore pet globale con una spesa complessiva di 6,8 miliardi di euro annui per il benessere e la cura degli animali, di cui il 43% del totale dedicato al non food. Nello specifico, gli antiparassitari e gli accessori per la casa e l’igiene risultano tra i prodotti più acquistati. I pet owner italiani, per la maggior parte over 45, mostrano un interesse crescente per l’acquisto online e la sostenibilità. Nei prossimi anni, inoltre, si prevede un’ulteriore crescita della spesa per lettiere, antiparassitari e accessori elettronici.
L’indagine
L’indagine, realizzata da Nomisma sulle abitudini di consumo dei proprietari di animali in Italia e presentata in occasione della conferenza stampa di lancio di Zoomark 2025, mostra le tendenze del non food, un comparto che negli ultimi anni è sempre cresciuto: antiparassitari, accessori, giochi, prodotti per l’igiene e lettiere.
Dai dati emerge anche l’identikit del proprietario pet italiano, una figura con più di 45 anni che appartiene a un nucleo familiare con figli conviventi. Inoltre, quasi il 90% vive in un’abitazione provvista di uno spazio esterno, con almeno un balcone oppure il giardino.
Gli antiparassitari, gli accessori per la casa, i prodotti per l’igiene e la toelettatura sono quelli più acquistati nell’ultimo anno (oltre il 60%). I proprietari di animali domestici continuano a preferire per i loro acquisti il canale fisico specializzato, ma danno sempre più importanza al canale online, soprattutto per determinate categorie di prodotto. Tra i principali prodotti per i quali si prevede un aumento medio della spesa nei prossimi 2-3 anni ci sono lettiere per gatti, antiparassitari e accessori elettronici.
“Le attività previste dal percorso biennale con Zoomark – ha spiegato Mattia Barchetti, Head of Market Intelligence di Nomisma – permettono per la prima volta di fornire un contributo concreto al segmento pet non-food in Italia. I risultati dell’indagine presentati in occasione di Interzoo 2024 forniscono uno spaccato di trend attuali e futuri rispetto a comportamenti di acquisto e preferenze di proprietari di animali domestici, informazioni importanti per la definizione della strategia commerciale delle aziende, italiane ed estere, protagoniste del settore”.
L’analisi dei dati
In tutti i Paesi, nel 2022 il mercato del pet ha continuato a crescere, segnale di una diffusa attenzione alla cura, alla scelta degli alimenti e di tutti i prodotti non food utili al benessere degli animali domestici, ormai considerati veri e propri membri di famiglia. Dal confronto con i dati di spesa complessiva per gli animali da compagnia di Stati Uniti, Cina ed Europa, l’Italia si distingue positivamente, registrando nel 2022 una crescita globale del settore pet di quasi il 20% rispetto all’anno precedente, con una quota di non food che pesa circa il 43% sul totale della spesa.
Le famiglie italiane spendono 6,8 miliardi di euro annui per il benessere e la cura dei propri animali. Di questi, ben il 57% è destinato agli acquisti di alimenti mentre il 26% alle spese mediche veterinarie. Il restante 17% della spesa è quindi dedicato al settore accessori, fra cui spiccano 5 macro-categorie: integratori e antiparassitari, lettiere per gatti, accessori (per la casa e il comfort, guinzaglieria e abbigliamento), prodotti per l’igiene e la toelettatura e giocattoli.
La spesa per gli animali sul totale delle uscite delle famiglie italiane è cresciuta progressivamente negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia, registrando complessivamente un aumento di 35 punti base tra il 2018 e il 2022, con importanti impatti su tutta la filiera del pet.
La ricerca Nomisma mostra che per il 52% dei rispondenti il cane è il pet su cui si concentra la maggior parte della spesa mensile. Allargando lo sguardo anche a chi possiede più di un animale, il gatto viene citato con maggior frequenza tra i principali destinatari delle spese dei pet owners.
L’indagine consente anche di delineare l’identikit del proprietario pet italiano: ha più di 45 anni (47% degli intervistati) e appartiene a un nucleo familiare con figli conviventi (il 43% del panel). Quasi il 90% dei pet parents vive in un’abitazione con uno spazio esterno, ovvero con almeno un balcone oppure il giardino.
L’analisi identifica inoltre diverse tipologie di stile di vita dei proprietari: 1 su 5 (19%) definisce il proprio stile di vita come «Consapevole», ovvero alla ricerca di un equilibrio tra vita privata e lavoro, nella quale inserisce anche la presenza del proprio animale domestico; segue chi indica di avere uno stile di vita «Urbano» (10%), con una vita cittadina molto intensa, un ritmo frenetico e la partecipazione a tutte le attività socio-culturali cittadine; quindi «Globale e curioso» (10%) con una grande apertura mentale, culturale e un forte interesse per il mondo; a seguire (10%), i proprietari che ritengono di avere uno stile di vita «Sostenibile», ovvero sempre alla ricerca di soluzioni a basso impatto ambientale in ogni ambito della propria vita; non molti meno i consumatori (9%) che si identificano come «Digitali», appassionati del mondo e degli acquisti online, e infine coloro (9%) che rivelano di avere uno stile di vita «Attivo», svolgendo attività fisica regolare e seguendo una dieta equilibrata.
Gli antiparassitari, gli accessori per la casa, i prodotti per l’igiene e la toelettatura sono quelli più acquistati nell’ultimo anno (oltre il 60%). I proprietari di animali domestici continuano a preferire per i loro acquisti il canale fisico specializzato, ma sempre più importanza è ricoperta dal canale online, soprattutto per determinate categorie di prodotto. Tra i principali prodotti per i quali si prevede un aumento medio della spesa nei prossimi 2-3 anni ci sono le lettiere per gatti, gli antiparassitari e accessori elettronici.
“Sappiamo quanto il settore del food sia trainante nell’economia della pet industry, ma la novità rilevata dalle ultime tendenze sul segmento del non-food ci parla di come il mercato si stia evolvendo” ha sottolineato Luisa Bersanetti, Exhibition Manager di Zoomark. “Sull’onda di questa significativa crescita, abbiamo avviato la partnership con Nomisma, con lo scopo di analizzare e studiare le tendenze e le abitudini di acquisto dei pet owner italiani; l’intento di Zoomark resta quello di offrire ad espositori e visitatori gli strumenti indispensabili per incrementare le proprie opportunità di business, e crediamo che i primi dati rilevati da Nomisma siano il giusto punto di partenza per interessanti conversazioni che svilupperemo nell’edizione 2025”.
Focus non food
Nell’ultimo anno, integratori e antiparassitari rappresentano la categoria del comparto pet non food che viene acquistata più frequentemente, con il 69% dei proprietari pet italiani che ha effettuato questo genere di acquisti. Oltre il 60% dei proprietari ha affrontato una spesa per prodotti per la casa, come cucce, gabbie, ciotole per cibo o acqua e prodotti per la cura, l’igiene e la toelettatura fai-da-te dell’animale; il 54% ha acquistato dei giochi; il 38% ha comprato o sostituito guinzagli, collari o pettorine.
Sempre con riferimento agli ultimi 12 mesi, per la totalità delle categorie del comparto pet non food, la maggior parte dei proprietari ha allocato un budget di massimo 100 euro, mentre il 16% dichiara di spendere oltre 300 euro solo per apparecchiature elettroniche. Il 32% del campione intervistato è considerato un pet owner alto spendente, poiché ha dichiarato di aver speso più della media per gli accessori per il proprio animale. Per questa categoria, il fattore decisivo nella scelta di acquisto di un certo accessorio è determinato dalla conoscenza e dalla fiducia verso il produttore. Dal punto di vista socio-demografico, l’incidenza dei pet owner alto spendenti è maggiore nella fascia di età 30-45 anni e tra le famiglie senza figli conviventi. Questa tipologia di consumatori predilige gli acquisti online.
L’analisi di Nomisma ha individuato anche le aree geografiche della penisola dove si concentra maggiormente la spesa per i prodotti non food. Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Toscana sono le Regioni dove le famiglie spendono di più per gli accessori; da sole raggiungono più del 60% della spesa complessiva per il settore (circa 280 milioni di euro).
Per quanto riguarda i canali di acquisto, il 37% del campione segnala di preferire per lo shopping di accessori i punti vendita specializzati fisici, soprattutto nelle grandi catene specializzate. Il 35% indica invece di prediligere gli acquisti online: il 19% per lo più su siti generici come Amazon, il 16% su siti dedicati ai prodotti pet o su quelli delle catene specializzate. Il 16% dei proprietari dichiara di concentrare i propri acquisti in GDO, per la comodità di fare al tempo stesso anche la spesa, seguita dalla variabile prezzo e dalla prossimità con la propria abitazione principale.
A guidare le scelte di acquisto sono soprattutto i gusti personali e il prezzo dei prodotti, ma anche la sostenibilità è una componente sempre più rilevante, considerando che il 46% degli intervistati afferma che porrà maggiore attenzione a questi aspetti nei prossimi 2-3 anni. Inoltre, anche la conoscenza del brand o dell’insegna risulta un importante driver di acquisto per il 20% dei pet owner italiani.
Secondo Mattia Barchetti, “nei prossimi 2-3 anni la spesa per le categorie del non food sarà in crescita e principalmente: lettiere per gatti, integratori e antiparassitari, e apparecchiature elettroniche, categoria che vivrà un periodo di impulso soprattutto grazie allo sviluppo tecnologico, che già interessa anche questo settore. Più contenute invece le previsioni di crescita per guinzaglieria, accessori per il trasporto, abbigliamento e giocattoli. Gli indicatori suggeriscono una congiuntura macroeconomica positiva – prosegue Barchetti – con la tensione inflazionistica, che è tornata sotto la soglia del 2% sul finale del 2023. Gli incrementi delle retribuzioni contrattuali da una parte, i livelli di occupazione in aumento e il tasso di disoccupazione ai minimi storici dall’altra, forniranno ulteriore linfa per un settore che negli ultimi hanno ha registrato ottime performance anche a fronte di una situazione congiunturale di forte incertezza”.
CITATI: LUISA BERSANETTI, MATTIA BARCHETTISe l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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