Animali da Compagnia
30 Aprile 2024Le sedute di Puppy Yoga, fenomeno diffuso in tutta Italia che prevede sessioni di yoga in compagnia di cuccioli di cane, non possono essere erogate perché le linee guida sulle attività assistite con gli animali ammettono solo l’impiego di soggetti adulti
Dopo le segnalazioni sul cosiddetto fenomeno Puppy Yoga ricevute dal Dipartimento della Salute umana, della Salute animale e dell’Ecosistema (One Health) e dei Rapporti internazionali, il Capo Dipartimento Giovanni Leonardi ha inviato una nota a tutte le regioni e alle federazioni dei medici veterinari affinché tali pratiche non vengano più erogate.
Puppy Yoga
Si chiama “puppy yoga” ed è un fenomeno importato direttamente dalla Francia, che si è rapidamente diffuso in molte città italiane, a cominciare da Milano e Roma. L’attività consiste in sessioni di yoga con cuccioli, principalmente di cane, che offrono la possibilità a tutti i partecipanti di praticare attività fisica in compagnia dei piccoli animali, entrando in contatto con loro. Le associazioni che si occupano di questo tipo di attività contattano direttamente gli allevamenti di cani per ottenere, in detenzione temporanea, i cuccioli da utilizzare negli incontri con gli utenti.
Diverse associazioni animaliste hanno già depositato varie denunce, criticando la legittimità dell’attività, e anche il programma televisivo Striscia la notizia si è occupato della vicenda lo scorso 28 marzo con un servizio dal titolo Puppy yoga: benessere per tutti ma non per i cani. A oggi, infatti, non c’è alcuna evidenza scientifica che questo tipo di pratica comporti dei benefici, quantomeno per gli animali coinvolti.
La nota del Ministero
Le sedute definite Puppy yoga, che sono erogate con cuccioli di cane e proposte in quasi tutto il territorio nazionale, si configurano come “un intervento con finalità ludico-ricreative e di socializzazione volto al miglioramento della qualità di vita e al benessere della persona, rientrando quindi nell’ambito delle Attività Assistite con gli Animali (Aaa)”, secondo quanto riportato dalla nota ministeriale.
Questo tipo di attività è dunque regolamentato dall’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, recante “Linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali (Iaa)”, di cui l’Allegato A capitolo 8 stabilisce “che gli animali coinvolti in Iaa siano soggetti adulti”, una condizione necessaria “a tutelare la salute e il benessere degli animali oltre che la sicurezza dell’utenza”.
Il Ministero della Salute chiarisce quindi che queste iniziative non possono essere erogate perché non rispondono ai requisiti previsti nell’Accordo succitato e invita i destinatari della nota a vigiliare affinché “eventuali pratiche di Attività Assistite con gli Animali con l’impiego di cuccioli non vengano erogate”.
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