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22 Febbraio 2024

Antibiotici, Relazione Efsa-Ecdc-Ema: è importante ridurne l’utilizzo

La quarta relazione sull’analisi integrata del consumo di agenti antimicrobici e della comparsa di resistenza antimicrobica nei batteri dell’uomo e degli animali destinati alla produzione di alimenti mostra che c’è stata una riduzione dei batteri resistenti nei Paesi che hanno ridotto il consumo di antibiotici

di Redazione Vet33


Antibiotici, Relazione Efsa-Ecdc-Ema: è importante ridurne l’utilizzo

Secondo la Quarta relazione congiunta sull’analisi integrata del consumo di agenti antimicrobici (Amc) e della comparsa di resistenza antimicrobica (Amr) nei batteri dell’uomo e degli animali destinati alla produzione di alimenti (JIACRA IV), pubblicata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema), i Paesi che hanno adottato misure per ridurre l’Amc hanno visto una riduzione dei batteri resistenti agli antibiotici.


La relazione
Il rapporto, adottando un approccio One Health, presenta i dati raccolti principalmente tra il 2019 e il 2021 sul consumo di antibiotici e sulla resistenza antimicrobica in Europa. Per la prima volta, le tre agenzie hanno analizzato le tendenze del consumo di antimicrobici e della resistenza antimicrobica in Escherichia coli (E. coli) sia da esseri umani che da animali da produzione alimentare. Inoltre, hanno esaminato anche come queste tendenze stavano cambiando in entrambi i gruppi nel periodo 2014-2021. Ad esempio, durante questo lasso di tempo, il consumo di antibiotici negli animali da produzione alimentare è diminuito del 44%

I risultati
L’analisi ha rilevato che i batteri Escherichia coli sia negli animali che negli esseri umani stanno diventando meno resistenti agli antibiotici man mano che il consumo complessivo di antibiotici è ridotto. Ciò dimostra che le tendenze riguardanti la resistenza agli antibiotici possono essere invertite con le azioni e le politiche giuste.

Per affrontare la minaccia per la salute pubblica rappresentata dalla resistenza antimicrobica, è indispensabile intensificare gli sforzi per ridurre il consumo non necessario di antibiotici. Inoltre, rafforzare i programmi di immunizzazione e migliorare le pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni nelle comunità e nelle strutture sanitarie è essenziale per ridurre il fabbisogno di antibiotici” ha dichiarato Andrea Ammon, Direttrice dell’Ecdc.

“L’uso di un minor numero di antibiotici nella produzione di bestiame paga: nella maggior parte dei Paesi che hanno ridotto l’uso di antibiotici, abbiamo osservato una corrispondente diminuzione dei livelli di resistenza. Ciò significa che gli sforzi nazionali funzionano. Sottolinea inoltre l’impegno dell’Ue a favore dell’approccio ‘One Health’, salvaguardando la salute pubblica sia animale che globale” ha affermato Bernhard Url, Direttore esecutivo dell’Efsa.

“L’accesso a dati affidabili sul consumo e la resistenza nelle persone e negli animali fa davvero la differenza nella lotta contro la resistenza antimicrobica. Attraverso progetti comuni come JIACRA, i Paesi europei ottengono preziose informazioni sull’impatto delle misure che adottano. Ciò consente loro di intraprendere ulteriori azioni per promuovere l’uso prudente degli antibiotici” ha fatto seguito Emer Cooke, Direttrice esecutiva dell’Ema.

Il rapporto mostra anche che, negli esseri umani, l’uso di importanti gruppi di antibiotici, come carbapenemi, cefalosporine di terza e quarta generazione e chinoloni, è associato alla resistenza a questi antibiotici in E. coli. Allo stesso modo, l’uso di chinoloni, polimixine, aminopenicilline e tetracicline negli animali da produzione alimentare è associato alla resistenza a questi antibiotici che si verifica nei batteri E. coli negli animali da produzione alimentare.
Inoltre, la resistenza batterica negli esseri umani può essere collegata alla resistenza batterica negli animali da produzione alimentare. Due esempi evidenziati dal rapporto sono Campylobacter jejuni e Campylobacter coli, che possono diffondersi alle persone attraverso il cibo.
Per la prima volta, il codice statistico utilizzato per eseguire queste analisi viene reso disponibile al pubblico insieme al rapporto, incoraggiando ulteriori analisi da parte di ricercatori e altri esperti interessati.

La resistenza antimicrobica
L’Amr rappresenta una grave minaccia per la salute pubblica e animale. Si stima che, ogni anno, provochi la morte di oltre 35.000 persone nell’Unione e nello Spazio economico europeo, con un onere significativo sui sistemi sanitari, stimato in un costo approssimativo di 11,7 miliardi l’anno (dati Ocse). L’approccio One Health attuato attraverso la cooperazione delle tre agenzie e i risultati presentati nella relazione invitano a:
proseguire gli sforzi per affrontare la resistenza antimicrobica a livello nazionale, dell’Ue e mondiale per l’uomo e per gli animali da produzione alimentare;
una sorveglianza armonizzata del consumo di antimicrobici e della resistenza antimicrobica nei settori umano e animale;
studi mirati per comprendere ulteriormente la diffusione della resistenza antimicrobica.

TAG: ACR, AMR, ANTIBIOTICI, ANTIMICROBICI, ECDC, EFSA, EMA, OCSE, RESISTENZA ANTIMICROBICA

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