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27 Ottobre 2022

L’attività fisica può ridurre l’invecchiamento cognitivo dei cani?

L’insorgenza di demenza e disfunzione cognitiva nei cani potrebbe essere limitata dall’attività fisica. Perché la comprensione di questi meccanismi potrebbe avere risvolti positivi in umana. I risultati della ricerca Dog Aging.


L’attività fisica può ridurre l’invecchiamento cognitivo dei cani?

La disfunzione cognitiva canina (CCD) è una forma di demenza che condivide molte somiglianze con il morbo di Alzheimer. Dato che si ritiene che l'attività fisica riduca il rischio di Alzheimer negli esseri umani, uno studio inglese ha esplorato l'associazione tra attività fisica e salute cognitiva in una coorte di cani da compagnia, di età compresa tra 6 e 18 anni. Il punto di partenza è stata l’ipotesi che, su uno strumento di valutazione della disfunzione cognitiva, livelli più elevati di attività fisica sarebbero associati a punteggi più bassi (cioè migliori) e a una minore prevalenza di demenza e che questa associazione sarebbe particolarmente evidente quando si controlla l'età, le comorbidità e altri potenziali fattori confondenti. Il campione ha incluso 11.574 cani da compagnia arruolati attraverso il Dog Aging Project, di cui 287 avevano punteggi superiori alla soglia clinica per CCD. In questo studio osservazionale trasversale, sono stati utilizzati i dati forniti dal proprietario tramite questionario per quantificare la salute cognitiva del cane (tramite una scala convalidata), i livelli di attività fisica, le condizioni di salute, la storia dell'allenamento e gli integratori alimentari.  Tramite misurazioni della salute cognitiva incrociate con modelli di regressione e utilizzando come predittori varie covarianti di attività fisica, si è riscontrato: una significativa relazione negativa tra l'attività fisica e la gravità dei sintomi della disfunzione cognitiva; un peggioramento dei sintomi in un intervallo di 6 mesi e se nel cane si era raggiunto un livello clinico di CCD.    

Pertanto, l'attività fisica è stata fortemente associata a migliori risultati cognitivi nei cani. Tali risultati evidenziano il valore dei cani da compagnia come modello per studiare le relazioni tra attività fisica e invecchiamento cognitivo, compresi gli aspetti della demenza che potrebbero avere un potenziale traslazionale per il morbo di Alzheimer. Nonostante queste prime evidenze, sono comunque necessari ulteriori studi per escludere la causalità inversa seguendo gli stessi cani in modo prospettico nel tempo e per valutare la causalità somministrando interventi di attività fisica.

Bray, E.E., Raichlen, D.A., Forsyth, K.K. et al. Associations between physical activity and cognitive dysfunction in older companion dogs: results from the Dog Aging Project. GeroScience (2022). https://doi.org/10.1007/s11357-022-00655-8

TAG: DEMENZA, DISFUNZIONE COGNITIVA CANINA, DOG AGING PROJECT, INVECCHIAMENTO, MORBO DI ALZHEIMER

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