Gatti
10 Ottobre 2022 L'istamina è presente nella maggior parte degli alimenti, ma in maggiore abbondanza nei prodotti ittici. Essendo il componente principale dell'intossicazione da sgombroide, diventa fondamentale determinarne i livelli per garantire la qualità dei prodotti pet-food.
L'attenzione al benessere degli animali da compagnia è in costante aumento e il modo di nutrirli è cambiato nel corso degli anni: da una dieta a base di avanzi e scarti all'acquisto di mangimi completi e bilanciati. Per quanto attiene ai gatti, il segmento principale (dati Assalco) è quello del cibo umido, che copre circa due terzi del mercato (62,2% in valore). Tra gli ingredienti principali, accanto alla carne, si annovera il pesce, un ingrediente piuttosto ‘sensibile’. Negli alimenti a base di pesce, infatti, uno degli effetti di una conservazione inappropriata può essere la formazione di ammine biogene. Tra questi, l'istamina è considerata una delle più tossiche. Per questo, un recente studio realizzato da un team di ricercatori dell’Università di Bologna, dell’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, del Ministero della Salute e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, si è posto come obiettivi sia quello di valutare la presenza e i livelli di istamina negli alimenti a base di pesce in scatola. Sia quello di verificare eventuali variazioni del contenuto di istamina durante la conservazione a diverse condizioni di temperatura.
Lo studio
Per l'analisi è stato utilizzato un metodo LC-MS/MS. Sono stati acquistati cinquantotto alimenti per animali domestici una parte di questi è stata analizzata subito dopo l'apertura delle confezioni. L'istamina è stata rilevata in 12 campioni con concentrazioni variabili tra 1,5 a 30,1 mg/kg. Il resto di ogni campione positivo è stato diviso in sette sottocampioni. Uno di questi è stato utilizzato come test di controllo e mantenuto a -20 °C, mentre gli altri sei sono stati esposti a diverse condizioni ambientali. I campioni esposti a temperatura ambiente non hanno mostrato variazioni significative nei livelli di istamina, mentre i campioni esposti a temperature elevate hanno mostrato aumenti significativi. Infine, i campioni esposti alla temperatura del frigorifero hanno mostrato una leggera diminuzione dei livelli di istamina. Nonostante queste variazioni è risultato che nelle condizioni sperimentali, il limite UE di 100 mg/kg stabilito per i prodotti della pesca non è mai stato superato. Questi risultati, dunque, sembrano indicare un basso rischio di intossicazione da istamina nei gatti alimentati con cibo per animali a base di pesce.
Occurrence of Histamine in Commercial Cat Foods under Different Storage Conditions di: Alberto Altafini, Paola Roncada, Gaetan Minkoumba Sonfack, Alessandro Guerrini, Gianluca Antonio Romeo, Giorgio Fedrizzi e Elisabetta Caprai https://doi.org/10.3390/vetsci9060270
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