Cani
15 Settembre 2022 Un team dell'Oregon State University, sta studiando una nuova immunoterapia per il cancro canino, basata sui nanocorpi dei camelidi.
Lama e alpaca: ecco le muse ispiratrici del team scientifico dell'Oregon State University (OSU), che lavora attivamente a una nuova terapia per il cancro canino. Il team di ricerca comprende il dottor Chris Cebra, esperto di camelidi e presidente del dipartimento di scienze cliniche del college veterinario dell'OSU; l'ex professore dell'OSU e oncologo veterinario clinico, il dottor Shay Bracha, di recente è entrato a far parte dell'Ohio State University Veterinary Medical Center; e Carl Ruby, istruttore di farmacologia veterinaria presso l'OSU. Chirurgia, chemioterapia e radioterapia sono attualmente i metodi principali per combattere il cancro del cane, ma comportano numerosi problemi collaterali di vario tipo.
Per questo gli scienziati dell’OSU, mirano a realizzare un trattamento più delicato sulla falsa riga dei farmaci immunoterapici adottati nei pazienti umani. Nello studio, gli scienziati hanno iniettato negli alpaca e nei lama (dei camelidi) una proteina trovata nei tumori canini, portando – così- il loro sistema immunitario a produrre anticorpi specifici.
Linfociti T e nanocorpi
I ricercatori hanno quindi esaminato una "libreria genetica" degli anticorpi risultanti per determinare quali fossero più efficaci nel legare e bloccare i tumori a partire dall'interazione con quella proteina sui linfociti T killer citotossici dei cani, le cellule responsabili della lotta contro il cancro.
Dan Mourich, ricercatore senior dell'OSU e biologo molecolare del team di ricerca, ha spiegato: “I linfociti T killer sono essenzialmente il più piccolo bisturi di cui si possa disporre. Identificano la cellula cancerosa, la rimuovono quella cellula senza aggredire il tessuto sano”.
Ricorrere all’ausilio dei camelidi ha apportato un valore aggiunto: questi animali, infatti, possono produrre un tipo più piccolo di anticorpi detti "nanocorpi". Questi, in virtù della loro struttura più piccola, possono penetrare (e agire) nei tessuti non accessibili agli anticorpi più grandi.
Il team ha recentemente ricevuto una sovvenzione di $ 250.000 dalla National Science Foundation Partnership for Innovation per portare avanti il progetto. Così da arrivare ad organizzare una sperimentazione clinica per testarne l'efficacia.
"L'efficacia delle terapie a base immunitaria è già stata testata nella clinica umana per il cancro Noi, però, non cercheremo di adattare ai cani farmaci per uso umano", ha precisato Mourich. "Realizzeremo piuttosto, un medicinale ad hoc per i cani".
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