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07 Aprile 2022 Pubblicate le valutazioni dell’EFSA in merito al potenziale dell’Herpesvirus-1 equino, ai metodi diagnostici e alle misure di attenuazione del rischio per garantire in sicurezza il commercio internazionale e dell'UE.
Il grosso focolaio di herpesvirus equino-1 (EHV-1) segnalato nel 2021 in Spagna (a Valencia) ha portato la Commissione europea a chiedere all’EFSA una valutazione dell'infezione da EHV-1 nel quadro del regolamento (UE) 2016/429, ovvero della "Legge sulla salute degli animali" (AHL), nonostante questo testo normativo non comprenda l’EHV-1 nell’elenco delle malattie. Lo scorso gennaio l'Autorità ha pubblicato una prima valutazione sull'infezione da EHV-1 secondo i criteri previsti dagli articoli 7 e 8 e dall'allegato IV dell'AHL. Adesso ne ha emesso un’altra in merito alla potenzialità del virus, ai metodi diagnostici disponibili per la sua rilevazione e alle soluzioni applicabili ai fini di attenuare il rischio e garantire il commercio internazionale e dell'UE sicuro degli equini e del loro materiale germinale. Il principale rischio dell’EHV-1 - che è considerato endemico nell'UE – è la sua capacità di produrre infezioni latenti per tutta la vita, in grado di riattivare malattie cliniche, tra cui forme neurologiche respiratorie, abortive spesso fatali. Come evidenziato anche dal caso spagnolo del 2021, dal punto di vista epidemiologico e genomico non esistono ceppi neuropatogeni specifici di EHV-1. Dal focolaio di Valencia, che ha innescato un’ampia diffusione del virus probabilmente per ritardi nella diagnosi e nell’adozione di misure di biosicurezza, si comprende anche l’importanza di test diagnostici affidabili. Quello consigliato e più sensibile per rilevare l'EHV-1 è la PCR eseguita su tamponi raccolti in base al tipo di segni clinici. I test sierologici su campioni di sangue accoppiati possono aiutare a rilevare un'infezione recente, mentre non sono disponibili metodi diagnostici per rilevare le infezioni latenti da EHV-1.
Sul fronte della movimentazione dei cavalli, la sicurezza – sottolinea la valutazione dell’EFSA - può essere garantita nella fase pre-movimento testando ed emettendo certificati sanitari e isolando gli animali all'arrivo in nuove strutture con un monitoraggio sanitario regolare. In caso di sospetto, i movimenti dovrebbero essere vietati e l'infezione da EHV-1 rilevata/confermata precocemente da strumenti diagnostici convalidati. Durante i focolai, non dovrebbero essere consentiti movimenti fino a 21 giorni dopo il rilevamento dell'ultimo caso. In generale, dovrebbe essere promossa la vaccinazione contro EHV-1, sebbene questa offra una protezione limitata contro la forma neurologica della malattia.
Clinical impact, diagnosis and control of Equine Herpesvirus‐1 infection in Europe https://doi.org/10.2903/j.efsa.2022.7230
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