Cani
07 Novembre 2024La paralisi laringea nei cani di razza grande e gigante è una condizione che può compromettere la respirazione. Le cause, i passaggi diagnostici e le opzioni chirurgiche
La paralisi laringea è una patologia respiratoria che colpisce soprattutto i cani di taglia grande e gigante, come Labrador, Golden Retriever e San Bernardo. Caratterizzata dal mancato movimento di abduzione-adduzione delle cartilagini aritenoidi e dalla flaccidità delle corde vocali, riduce la capacità respiratoria del cane.
I dottori Matteo Gobbetti e Matteo Cantatore, autori di Chirurgia di naso, orecchio e gola nel cane e nel gatto, spiegano come riconoscere e intervenire su questa condizione attraverso una diagnosi clinica approfondita e tecniche chirurgiche come la lateralizzazione aritenoidea, oggi considerata il gold standard.
In condizioni normali, la laringe dovrebbe presentare tre funzioni motorie fondamentali:
1) abduzione delle cartilagini aritenoidi in fase inspiratoria e adduzione in fase espiratoria (movimento assicurato dalla muscolatura laringea intrinseca);
2) movimento dell’intero organo in direzione ventrale durante l’inspirazione e in direzione dorsale in espirazione (assicurato dalla muscolatura laringea estrinseca);
3) tonicità e motilità delle corde vocali (assicurata dalla muscolatura laringea intrinseca).
L’attività coordinata della muscolatura laringea intrinseca ed estrinseca consente di ottimizzare l’ingresso di aria in fase inspiratoria riducendo la resistenza ai flussi grazie al contemporaneo aumento dello spazio glottideo (abduzione aritenoidea e contrazione delle corde vocali) e alla rettificazione dell’intero laringe con l’asse tracheale (movimento in direzione ventrale del laringe).
Di questa patologia sono più spesso affetti i cani di età superiore ai 9 anni e di taglia grande-gigante; le razze più comunemente colpite sono Labrador, Golden Retriever, Leonberger, San Bernardo e Setter. Più raramente, la paralisi laringea può essere causata da alcune malattie neurologiche congenite.
Si possono distinguere forme congenite:
● Degenerazione dei neuroni del nucleo ambiguo associata a degenerazione walleriana del n. laringeo ricorrente: Bovaro delle Fiandre, Siberian Husky;
● Forme di degenerazione assonale e vacuolizzazione neuronale: Rottweiler;
● Forme congenite idiopatiche: Bull Terrier, Dalmata, Leonberger, Cane da montagna dei Pirenei, Pastore Tedesco a mantello bianco.
E forme acquisite:
● Polineuropatia degenerativa a esordio giovanile: American Staffordshire Terrier;
• Polineuropatia degenerativa a esordio geriatrico (GOLPP): Labrador, Golden Retriever, San Bernardo, Setter Irlandese, Leonberger;
• Polineuropatia su base endocrina (ipotiroidismo), immunomediata o infettiva;
• Traumi della regione del collo;
• Neoplasie mediastiniche o della regione cervicale (compressione del nervo laringeo ricorrente);
• Cause iatrogene (neurotmesi per chirurgie tiroidee, dello spazio viscerale collo o toraciche);
• Lupus.
1) Visita clinica: palpazione della regione intermandibolare, cervicale e di tutto il collo. Auscultazione laringea (soprattutto se lo stridore appare lieve, eventualmente rivalutare dopo prova da sforzo), auscultazione polmonare.
2) Esami ematologici-ematochimici-profilo tiroideo.
3) Studio radiografico del collo e del torace: la valutazione del parenchima polmonare e dell’esofago è fondamentale. La polmonite da aspirazione è un reperto relativamente comune anche in fase preoperatoria e, se presente, si rende necessario posticipare l’intervento fino alla risoluzione. La presenza di polmonite ab ingestis aumenta il rischio di complicanze post operatorie di 2,75 volte.
4) Valutazione della motilità laringea in anestesia generale: la conferma definitiva dell’assenza di movimento attivo di abduzione può essere eseguita mediante visualizzazione diretta o mediante videoendoscopia. L’esame endoscopico ha il vantaggio di consentire un’esplorazione completa della trachea soprattutto nel caso in cui ci siano ancora dubbi in merito alla localizzazione anatomica dell'ostruzione o in soggetti con segnalamento atipico.
Nel corso degli anni sono state pubblicate numerose tecniche, per la maggior parte delle quali sono descritte ulteriori varianti. È possibile suddividere le procedure in due principali categorie: tecniche intraorali ed extraorali.
La procedura extraorale di lateralizzazione della cartilagine aritenoide sinistra a oggi rappresenta il gold standard terapeutico e per questo motivo è anche la tecnica chirurgica laringea in merito alla quale si ha a disposizione il maggior numero di dati pubblicati.
Le procedure intraorali includono la laringectomia parziale, la ventriculocordectomia con approccio laringotomico ventrale e la laringofissurazione a corona modificata.
Tutte le tecniche chirurgiche descritte consentono di ottenere un ampliamento del lume glottideo ma il principale vantaggio della tecnica di lateralizzazione risiede nel ruolo di stabilizzazione aritenoidea: quando i flussi respiratori aumentano, la cartilagine aritenoide sinistra viene mantenuta in posizione di abduzione e, pertanto, non partecipa alla riduzione dinamica della glottide. Inoltre, le procedure intraorali possono comportare un maggior rischio di insorgenza di edema mucosale, sanguinamento endoluminale e aspirazione di sangue in fase perioperatoria.
La lateralizzazione aritenoidea destra e le tecniche intraorali rappresentano opzioni chirurgiche in caso di fallimento della procedura standard di lateralizzazione aritenoidea sinistra. Oltre alla lateralizzazione verranno descritte le tecniche intraorali di aritenoidectomia transorale e la ventriculocordectomia mediante laringotomia ventrale.
Per approfondire l’argomento, consulta il volume di Chirurgia di naso, orecchio e gola nel cane e nel gatto.
A cura di Grazia Lapaglia
TAG: CHIRURGIA, COLLASSO LARINGEO, RAZZESe l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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