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06 Febbraio 2024

Antiaggreganti per cani e gatti, una formulazione galenica di clopidogrel in capsule

L’uso di farmaci antipiastrinici per ridurre i rischi associati agli eventi aterotrombotici si estende anche al campo veterinario con sempre più impieghi. La preparazione magistrale 

di Redazione Vet33


Antiaggreganti per cani e gatti, una formulazione galenica di clopidogrel in capsule

I farmaci antipiastrinici riducono i rischi associati agli eventi aterotrombotici e mostrano varie applicazioni in diverse malattie cardiovascolari. Il loro uso oggi non si limita al campo umano, ma viene proposto anche in campo veterinario con sempre più impieghi. È il caso del clopidogrel, un analogo della ticlopidina che inibisce selettivamente ed irreversibilmente il legame dell’adenosina difosfato (ADP) con il suo recettore piastrinico P2Y12: si blocca così l’attività del complesso GPIIb-IIIa influenzata dall’ADP e la conseguente aggregazione piastrinica.


Dosaggi nei cani e gatti

La somministrazione di clopidogrel nei cani e nei gatti a rischio di trombosi arteriosa, in particolare nei gatti a rischio di tromboembolia cardiogena, è supportata dalla letteratura e sono stati raccomandati protocolli specifici. Per i cani, il suggerimento è di una dose di carico da 10mg/kg una sola volta, per poi continuare la terapia a dosaggi tra 1 e 2 mg/kg al giorno. Nei gatti, invece, la dose è standard e si attesta sui 18,75mg al giorno.
Altra condizione che può trovare giovamento dall’uso del clopidogrel nei cani, e meno comunemente nei gatti, è la filariosi cardiopolmonare. Questa patologia può portare a tromboembolia arteriosa polmonare che comunemente provoca dispnea e collasso. Secondo quanto riferito, gli animali colpiti sono spesso sani fino alla comparsa improvvisa di tosse, emottisi, difficoltà respiratoria o morte improvvisa.
Altre malattie associate al tromboembolismo polmonare nei cani e nei gatti comprendono la nefropatia o l’enteropatia con perdita di proteine, l’iperadrenocorticismo, l’anemia emolitica immunomediata e le neoplasie.
Nei gatti, l’embolia cardiogena è una complicanza devastante della malattia cardiaca. Sebbene la cardiomiopatia ipertrofica sia il tipo più comune di malattia cardiaca nei gatti, qualsiasi condizione che provochi un ingrossamento dell’atrio sinistro, comprese altre cardiomiopatie, ipertiroidismo o cardiopatie congenite, può predisporre al tromboembolismo arterioso.
I gatti spesso formano un trombo nell’atrio sinistro gravemente ingrandito: questo trombo poi comunemente si libera e fluisce nella circolazione sistemica. Un trombo molto piccolo può penetrare in un’arteria coronaria e causare un infarto miocardico. Un trombo di medie dimensioni può fuoriuscire in un ramo che fuoriesce dall’aorta, come il tronco brachiocefalico (e poi più comunemente nella succlavia destra) o un ramo intestinale. La maggior parte dei trombi sono grandi e finiscono nell’aorta terminale, causando la cessazione acuta del flusso sanguigno agli arti posteriori. Il risultato è assenza di polso (assenza di polso femorale), pallore (pallidi dei piedi pallidi o violacei), poichilotermia (diminuzione della temperatura rettale e arti posteriori freddi) e, inizialmente, dolore intenso.
La diagnosi di tromboembolia arteriosa si basa solitamente sui segni clinici, sui reperti dell’esame obiettivo (per esempio, mancanza di polso femorale) e sui valori del flusso sanguigno Doppler degli arti posteriori. Clopidogrel si è dimostrato efficace nel prevenire il ripetersi di questi eventi nei gatti; pertanto, si presume che sia efficace anche nel prevenirne il primo verificarsi.
Il trattamento con questo farmaco implica di prestare attenzione ai sintomi che possono manifestare gli animali trattati: perdita di appetito, scariche. I sintomi di sovradosaggio comprendono vomito, difficoltà respiratoria, emorragia gastrointestinale e prostrazione e meritano un’urgente valutazione veterinaria.
Nella preparazione magistrale, che può rivelarsi essenziale per aggiustare il dosaggio in base al peso dell’animale da trattare, è bene considerare l’opportunità di inserire degli aromi che rendano più piacevole e semplice la somministrazione del farmaco all’animale da trattare.

Luca Guizzon, farmacista clinico territoriale esperto di fitoterapia, in un articolo per Farmacia33 propone un esempio formulativo.

Esempio operativo:
● Materiali: cappa per polveri, incapsulatrice, cilindro, tamper, mortaio e pestello, bilancia
● Clopidogrel X mg
● Eccipiente qb
Nel cilindro trasferire la quantità totale di eccipiente fino ad arrivare a un volume confacente il tipo di capsule da impiegare. Ad esempio, per 100 capsule tipo 2 il cilindro dovrà arrivare a 30 ml.
Si pesa a parte il principio attivo e quindi si leviga su mortaio in progressione geometrica con l’eccipiente precedentemente calcolato fino ad omogeneità.
Dopo aver preparato l’incapsulatrice si procede al riempimento delle capsule. Si effettuerà quindi il saggio di uniformità di massa, di tenuta delle capsule e del confezionamento e si valuterà la correttezza delle dosi posologiche allestite.

Fonti
J Vet Emerg Crit Care (San Antonio). 2019 Jan;29(1):75-87 
 

CITATI: LUCA GUIZZON
TAG: ANTIAGGREGANTI, CLOPIDOGREL, FARMACI ANTIPIASTRINICI, FARMACI VETERINARI, GALENICA

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