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10 Luglio 2023

Filaria, teniamo alta la guardia anche al Sud Italia

Uno studio condotto dall’Università Federico II, ha tenuto sotto osservazione la diffusione della filaria all’interno di un canile di Castel Volturno.


Filaria, teniamo alta la guardia anche al Sud Italia

Alert filaria: cresce l’attenzione anche nel Merdione della Penisola. Nel sud Italia, infatti, il numero di casi autoctoni di Dirofilaria immitis nel cane è notevolmente aumentato

Ciò si verifica anche in Campania, in particolare nelle zone costiere, dove sono state segnalate più frequentemente infezioni da D. immitis e Dirofilaria repens. 

Sulla base di queste constatazioni un team del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali, Unità di Parassitologia, dell’Università Federico II ha scelto di indagare meglio la presenza di Dirofilaria spp. in un canile locale a Castel Volturno. Sono così stati analizzati 260 campioni di sangue per l'identificazione di microfilarie (mff) e il rilevamento dell’antigene di Dirofilaria immitis

I cani sono stati classificati in base alla loro età (1–3 anni; 4–6 anni; 7–11 anni; > 11 anni) e alla durata della permanenza in canile al momento del campionamento (cani entrati in canile negli ultimi 4 mesi; cani alloggiati in canile da più di 4 mesi fino a 2 anni; cani alloggiati da più di 2 anni). 

195 cani (75,0%) sono risultati positivi per mff circolante di Dirofilaria spp

Per l’esattezza: 104/260 erano positivi per D. immitis e 91/260 per D. repens. Mentre 72 cani su 260 presentavano sia D. immitis che D. repens mff. Il test dell'antigene ha rivelato che 78 cani su 260 erano positivi per D. immitis. Tuttavia, 26/104 di quelli con D. immitis mff erano antigene-negativi. 

Si è pure riscontrata un'associazione significativa tra l'esposizione alla Dirofilaria e il periodo di tempo che i cani avevano trascorso nel rifugio al momento del campionamento. I cani alloggiati nel rifugio per 4 mesi (gruppo 1) e tra 4 mesi e 2 anni (gruppo 2) hanno mostrato una positività alla Dirofilaria più alta rispetto ai cani del gruppo 3 (ospitati per più di 2 anni). 

Inoltre, i cani maschi e quelli più anziani (tra i 7 e gli 11 anni) avevano maggiori probabilità di essere infettati dalla Dirofilaria spp.  

In conclusione, si può dire che la malattia da filariosi cardiopolmonare si sta diffondendo e il Sud Italia, un tempo considerato area a basso rischio, sta diventando sempre più sede di focolai autoctoni. 

I rifugi per cani nel sud Italia sono punti caldi per la diffusione di Dirofilaria spp.

Pertanto, si raccomanda l'educazione e la consulenza veterinaria per un trattamento sistematico e l'uso di una strategia diagnostica con test multipli per rilevare cani positivi in ​​una data popolazione. La corretta gestione di queste infezioni dovrebbe basarsi su un approccio efficace e corretto alla diagnosi e su una terapia aggiornata, nonché su pratiche misure profilattiche per proteggere gli animali e l'uomo.

Lavinia Ciuca, Valeria Caruso, Sergio Illiano, Antonio Bosco, Maria Paola Maurelli, Laura Rinaldi. Emerging risk of Dirofilaria spp. infection in shelter dogs in southern Italy 
DOI: https://doi.org/10.3389/fvets.2023.1112036 

TAG: FILARIA, UNIVERSITà DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II

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