Professione
11 Luglio 2022 Dal SIVeMP ribadita la richiesta di inserire nella normativa la distinzione tra il sistema, ufficiale ed obbligatorio, di certificazione sanitaria del benessere animale ed un sistema volontario come SQNBA.
Si chiama SQNBA, ed altro non è che un “Sistema di qualità nazionale per il benessere animale”. Dal punto di vista della normativa esso è regolamentato dall’art. 224 bis D.L. 34/2020, che recita: “Al fine di assicurare un livello crescente di qualità alimentare e di sostenibilità economica, sociale e ambientale dei processi produttivi nel settore zootecnico, migliorare le condizioni di benessere e di salute degli animali e ridurre le emissioni nell'ambiente, è istituito il «Sistema di qualità nazionale per il benessere animale»[…].L'adesione al Sistema è volontaria e vi accedono tutti gli operatori che si impegnano ad applicare la relativa disciplina e si sottopongono ai controlli previsti.”
Tuttavia, su tale sistema la querelle è ancora aperta. Specialmente perché alcune osservazioni avanzate già lo scorso anno dal SIVeMP non sono state recepite nella versione riproposta lo scorso marzo, in ultima bozza. Il sindacato, pertanto, torna ora a ribadire i punti che a suo avviso andrebbero rivisti e le motivazioni sottese a tale richiesta. Infatti- a suo avviso - “non può essere ritenuto accettabile un sistema di certificazione che non può garantire la necessaria trasparenza ed equità, nonché la corretta lettura dei certificati, ovvero dei “bollini di qualità”, In primo luogo dovrebbe essere inserita (mentre a tutt’oggi è del tutto assente) “la necessaria netta distinzione tra il sistema, ufficiale ed obbligatorio, di certificazione sanitaria del benessere animale quale fondamentale determinante della salute animale e conseguente prerequisito ai fini della sicurezza alimentare che compete all’Autorità Competente e cioè ai Servizi Veterinari dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, ed un sistema invece volontario di certificazione della “qualità di processo”, come SQNBA, ancorché finalizzato a garantire parametri del processo produttivo maggiormente qualificanti”.
E’ infatti urgente – evidenzia SIVeMP – “ribadire la preminenza delle risultanze delle attività di Controllo Ufficiale svolte dall’Autorità Competente e la subordinazione di ogni certificazione di qualità del processo, anche per evitare discriminazioni verso chi non aderisse alle certificazioni volontarie”.
Altro punto su cui urge apporre correttivi è quello riguardante l’assetto operativo del Comitato Tecnico Scientifico, in quanto privo della rappresentanza delle professionalità ed esperienze di campo (veterinari delle ASL) e della fondamentale guida del Ministero della Salute. Risulta necessario delimitare, inoltre, l’accreditamento di professionalità diverse da quella del medico veterinario. Infatti, prosegue SVeMP, "senza negarne le specifiche ed utili competenze, professionisti diversi dal medico veterinario risulterebbero chiamate a compiere “atti veterinari” in talune circostanze, giacché inserite in un contesto di confuse e pericolose sovrapposizioni regolamentari sotto l’egida di una malintesa, seppure auspicabile, interdisciplinarietà".
Fonte: SIVeMP
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