Professione
23 Dicembre 2024Il regime IVA per il pet food e le prestazioni veterinarie potrebbe subire una revisione. Il Governo considera “essenziale” la salute animale in ottica One Health
Nel contesto della legge di Bilancio 2025, il Governo italiano si impegna a rivedere il regime fiscale IVA per le prestazioni veterinarie e gli alimenti per animali da compagnia. Durante la discussione in Aula, il Sottosegretario all’Economia e Finanze Federico Freni ha dato parere favorevole all’Ordine del giorno presentato dall’Onorevole Maria Cristina Caretta (FdI). L’atto richiama il carattere essenziale di questi servizi per la sanità pubblica e animale, evidenziando che il pet food e le cure veterinarie non possono essere considerate un bene di lusso.
I prodotti alimentari per animali da compagnia e le cure veterinarie non sono beni di lusso, motivo per cui non possono essere collocati nello scaglione più elevato dell’IVA. Così il Sottosegretario all’Economia e Finanze Federico Freni ha accolto l’Odg presentato alla Camera dall’Onorevole Maria Cristina Caretta, Vicepresidente della Commissione Agricoltura.
LOdg fa leva sul carattere “essenziale” del petfood e delle prestazioni veterinarie per garantire la sanità animale, la sanità pubblica e un approccio one health.
Accogliendo tale ordine del giorno, il Governo si impegna “a valutare una riorganizzazione del regime impositivo IVA per ridurre gli oneri sulle prestazioni veterinarie e gli alimenti per animali da compagnia”. Inoltre, l’atto di indirizzo impegna l’esecutivo a “valutare l’opportunità di novellare il regime impositivo IVA a carico degli esercenti la professione di medico veterinario con riferimento alle prestazioni erogate in ambito privato in quanto ricadenti negli obiettivi One Health”.
L’Onorevole Caretta ha sottolineato le possibili ricadute sul controllo delle malattie animali, anche trasmissibili all’uomo, sulla lotta all’antibiotico resistenza (Amr) e sulla sicurezza degli alimenti e dei mangimi per animali, sui benefìci sociosanitari del possesso di un animale da compagnia, nonché sulla produttività e occupazione del comparto, che interessa il settore della libera professione, dell’industria e dell’agricoltura.
“L’aggravio economico rende ancora più difficoltoso sopportare la spesa da parte dei contribuenti privati, con il rischio di deprimere la domanda di salute e di benessere animale” si legge nell’atto di indirizzo, sottoscritto anche dall’Onorevole Monica Ciaburro. “Nel nostro Paese la disomogeneità di trattamento impositivo con particolare riferimento alle aliquote Iva differenziate e spesso elevate, rischia di rendere inefficaci le sinergie del comparto per conseguire gli obiettivi di salute collettiva, la cosiddetta One Health”.
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