Gatti
19 Luglio 2024Le nuove linee guida dell’American Association of Feline Practitioners suggeriscono a medici veterinari e proprietari gli strumenti essenziali per riconoscere e gestire le tensioni sociali tra i gatti domestici, un fenomeno che interessa oltre il 60% delle famiglie con più gatti
La tensione sociale tra i gatti domestici è un problema molto comune, che può passare inosservato a causa di sottili cambiamenti comportamentali. L’American Association of Feline Practitioners (AAFP) ha pubblicato le Linee guida sulla tensione intergatto AAFP 2024: riconoscimento, prevenzione e gestione, un documento pensato per supportare i veterinari e i proprietari nel riconoscere e gestire questo fenomeno. Se ignorata, la tensione cronica può portare a gravi disturbi comportamentali e malattie legate allo stress, con conseguenze estreme. Queste linee guida sono utili per creare un ambiente felino sano e gestire la convivenza tra più felini, sfatando falsi miti sul comportamento dei gatti.
La tensione sociale tra gatti domestici è un fenomeno comune ma, poiché spesso si manifesta attraverso sottili cambiamenti comportamentali, può passare inosservata. Quando l’ansia cronica associata alla tensione comporta dei problemi comportamentali più gravi o malattie da stress, i gatti rischiano di essere abbandonati o può accadere che si ricorra all’eutanasia come ultimo rimedio.
Le linee guida dell’AAFP sono state redatte da una task force di medici veterinari esperti in comportamento e medicina felina con l’obiettivo di supportare i professionisti nella comprensione del comportamento sociale tra gatti e, più specificamente, nel riconoscere la tensione intergatto, prevenendo o riducendo al minimo il suo verificarsi e gestendo gli stress.
Nello sviluppo delle Linee guida, gli esperti hanno individuato cinque pilastri fondamentali per il mantenimento di un ambiente felino sano, fornendo un quadro di riferimento per aiutare la prevenzione o la gestione della tensione nelle famiglie con due o più gatti.
Inoltre, poiché il comportamento sociale dei felini è spesso frainteso, le Linee guida sfatano 10 miti comuni che potrebbero impattare negativamente sul benessere dei gatti domestici.
Le Linee guida sono anche ampiamente illustrate con esempi visivi di tensione tra gatti e presentano un’Appendice che riporta una serie di casi di studio, una tabella completa di farmaci psicoterapeutici e un algoritmo dettagliato che delinea un approccio sistematico per prevenire, riconoscere e risolvere la tensione tra gatti.
Infine, è descritto un approccio step by step per introdurre un nuovo gatto in una famiglia con uno o più gatti residenti, così da supportare ulteriormente i veterinari.
1. I gatti sono creature solitarie: i gatti domestici hanno sistemi sociali flessibili e vari; i loro legami sociali non sono necessariamente essenziali, e sebbene possano formare stretti legami con altri gatti, non dipendono da queste relazioni per sopravvivere. Il comportamento sociale dei gatti è influenzato dal loro ambiente e dalla genetica individuale; inoltre, le prime esperienze di sviluppo, le esperienze di vita in corso e l’apprendimento influenzano le loro tendenze comportamentali. Il comportamento sociale felino è altamente individualizzato: alcuni cercano l’interazione sociale più di altri, alcuni preferiscono vivere da soli e alcuni come parte di un gruppo sociale.
2. L’organizzazione sociale dei gatti si basa sulla gerarchia e sulla dominanza: i gruppi sociali felini sono organizzati in base a diversi fattori, tra cui familiarità, età e affiliazioni. Le gerarchie sociali sono state descritte nei gatti selvatici e sono definite sulla base di chi prevedibilmente ha la precedenza su chi, ma non sono rigide; non sono la base dell’organizzazione sociale, ma una sua conseguenza.
3. I gatti non possono essere addestrati: i processi di apprendimento sono universali e i gatti non fanno eccezione, ma ogni gatto imparerà secondo il proprio ritmo. Per facilitare l’addestramento, chi si prende cura di lui deve identificare le ricompense preferite dal gatto (oltre al cibo, possono essere utilizzate anche altre ricompense come il gioco, le carezze e le lodi).
4. I gatti non sono stati addomesticati: i gatti hanno subito cambiamenti attraverso il processo di domesticazione e mostrano una serie di adattamenti alla vita con gli umani. Oltre ai cambiamenti nel genoma dei gatti domestici rispetto ai loro antenati selvatici, ci sono sia cambiamenti fisici (dimensioni corporee più piccole, diverse colorazioni del mantello) sia cambiamenti comportamentali (maggiore docilità, comportamento affiliativo verso gli umani).
5. I gatti non traggono beneficio dall’interazione sociale né formano legami: le interazioni sociali possono essere arricchenti per alcuni gatti; molti preferiscono l’interazione sociale umana ad altri tipi di potenziali ricompense. I gatti hanno la capacità di essere molto socievoli con gli umani e con altri gatti, e possono formare legami stretti contemporaneamente con altri gatti e altri umani.
6. I gatti in un gruppo sociale devono essere trattati allo stesso modo:tutti i gatti in un gruppo sociale dovrebbero vedere soddisfatte le proprie esigenze, ma non tutti hanno le stesse esigenze. Alcuni gatti domestici richiedono più cure e attenzioni di altri. Un gatto potrebbe, ad esempio, avere particolari esigenze mediche che richiedono più tempo e maggiore attenzione da parte di chi se ne prende cura. Inoltre, non tutti i gatti hanno gli stessi livelli di attività o preferenze: un gatto potrebbe preferire giocare e un altro potrebbe preferire essere accarezzato. Chi si prende cura di un gatto dovrebbe valutare le esigenze e le preferenze individuali di ciascun gatto per garantire un buon benessere per tutti.
7. I gatti che sembrano litigare hanno una relazione interrotta: il gioco “ruvido e violento” può sembrare piuttosto serio, ma è pur sempre un gioco. I gatti possono anche usare espressioni palesi (sibili e inseguimenti non ricambiati) per porre fine a un incontro sociale senza il rischio di farsi male. Inoltre, non è insolito che i gatti da compagnia occasionalmente per brevi momenti “non vadano d’accordo”. Questo è un normale comportamento sociale e non significa che il loro legame sia disfunzionale. Se questi episodi sono accompagnati da frequenti, intensi o prolungati conflitti fisici o dal nascondersi di uno o più gatti, si dovrebbe escludere un problema medico sottostante e fornire supporto comportamentale.
8. I gatti non socializzano da adulti o al di fuori del periodo di socializzazione: il periodo di socializzazione dei gattini rappresenta il momento in cui sono più sensibili all’apprendimento del comportamento sociale e delle relazioni. Ciò avviene intorno alle 2-9 settimane di età, ma l’apprendimento non si ferma quando finisce questo periodo. Al di fuori del periodo di socializzazione, un’ulteriore socializzazione, se eseguita correttamente, ha il potenziale per migliorare il benessere felino creando gatti ben socializzati e meno timorosi, con comportamenti di adattamento sani. Tuttavia, è anche importante riconoscere che i gatti che provengono da un background di gatti selvatici o randagi avranno fattori genetici ed epigenetici che potrebbero limitare la loro socializzazione alle persone e a nuove situazioni; quindi, prima di raccomandare un programma di socializzazione, si dovrebbe discutere attentamente con il custode del background del gatto.
9. I gatti possono essere cattivi, dispettosi o avere un secondo fine:il cervello dei gatti è predisposto per pensare al momento, non per pianificare in anticipo su lunghi periodi. Molti fattori di stress, sia interni (diminuzione delle capacità sensoriali nei gatti anziani) che esterni (cambiamenti nell’ambiente fisico o sociale), possono causare paura, ansia o frustrazione. Il comportamento risultante è espressione delle emozioni innescate dalla situazione immediata, non dalla persona che ha causato la situazione.
10. I gatti si sentono soli e hanno bisogno di una compagnia: i gatti non hanno necessariamente bisogno di compagnia. Chi si prende cura di un gatto dovrebbe considerare attentamente i pro e i contro dell’acquisizione di un nuovo gatto come compagno per il primo. Innanzitutto, non è sempre necessario sostituire un gatto che è morto, poiché altri gatti domestici potrebbero essere in lutto per la perdita di un compagno a cui si erano legati o stressati a causa del cambiamento nell’ambiente sociale. In secondo luogo, avere più di un gatto in casa potrebbe non migliorare il benessere di un gatto. Chi se ne prende cura dovrebbe considerare che, mentre alcuni gatti potrebbero essere stressati dal vivere senza altri gatti, più comunemente i gatti che vivono con altri gatti con cui non hanno legami sociali e che non si tollerano a vicenda, sperimenteranno sofferenza.
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