Professione
26 Gennaio 2023 Il testo riproduce sostanzialmente quello approvato dalla Camera dei deputati il 13 ottobre, ma rimasto congelato per la fine della legislatura. Agli ordini e ai collegi professionali il compito di introdurre norme deontologiche per sanzionare il professionista che viola le disposizioni sull'equo compenso.
Approvata alla Camera con 253 voti a favore, la legge sull’equo compenso passa ora al Senato. Il testo, disciplinando il compenso delle prestazioni professionali, lo definisce equo (art.1) se proporzionato alla quantità e qualità del lavoro svolto e al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale nonché conforme ai parametri per la determinazione dei compensi previsti. Quanto alla definizione dei parametri, il riferimento è all'articolo 13, comma 6, della legge n. 247 del 2012 per quanto attiene agli avvocati, mentre per gli altri professionisti iscritti a ordini o collegi, essi saranno specificati dai regolamenti di determinazione dei parametri stabiliti con decreto del Ministro vigilante la professione. Nello specifico per i medici veterinari il decreto è stato pubblicato in Gazzetta già nel 2016.
Infine, per gli esercenti professioni non organizzate in ordini o collegi, i parametri verranno indicati da decreti del Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge, e successivamente da aggiornare con cadenza biennale, sentite le associazioni professionali.
Equo compenso, ambito di intervento
La legge si applica al compenso dei professionisti in relazione alle attività professionali che hanno ad oggetto la prestazione d'opera intellettuale di cui all'articolo 2230 del codice civile, che trovano fondamento in convenzioni, che sono svolte in favore di imprese bancarie e assicurative (e loro controllate e mandatarie), nonché di imprese che nell'anno precedente al conferimento dell'incarico hanno occupato alle proprie dipendenze più di 50 lavoratori o hanno presentato ricavi annui superiori a 10 milioni di euro. Infine l'applicazione della disciplina dell'equo compenso è estesa anche alle prestazioni rese nei confronti della pubblica amministrazione, delle società partecipate dalla pubblica amministrazione e delle società disciplinate dal testo unico in materia di società a partecipazione pubblica.
Equo compenso, violazioni e sanzioni
I parametri per la determinazione dei compensi professionali devono essere aggiornati con cadenza biennale, su proposta dei consigli nazionali delle professioni. I consigli nazionali delle professioni sono legittimati ad agire in giudizio in caso di violazione delle disposizioni in materia di equo compenso. Inoltre, si demanda agli ordini e collegi professionali il compito di introdurre norme deontologiche per sanzionare il professionista che viola le disposizioni sull'equo compenso e che, nel predisporre il contenuto della convenzione, omette di esplicitare alla controparte che il compenso dovrà comunque rispettare tale disciplina.
Tutele
Infine, a tutela dei diritti individuali omogenei dei professionisti è possibile ricorrere all'azione di classe ai sensi del titolo VIII-bis del libro quarto del codice di procedura civile. Essa può essere proposta dal Consiglio nazionale dell'ordine al quale sono iscritti i professionisti interessati o dalle associazioni maggiormente rappresentative.
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