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12 Ottobre 2022 Sempre più spesso la fauna selvatica trova nelle discariche urbane fonte di sostentamento. Questo comporta però anche l’assunzione di sostanze dannose. Come i residui di medicinali. Dal monitoraggio di tre specie di uccelli, sempre più stanziali, utili indicazioni sul livello di resistenza antimicrobica.
La resistenza antimicrobica (AMR) è diventata una delle principali sfide per la salute del XXI secolo. Diversi studi confermano il potenziale ruolo della fauna selvatica come sentinella per la sorveglianza dei patogeni, in quanto essa può fornire indicazioni sul livello di antropizzazione dell'ecosistema. Particolarmente interessante risulta il monitoraggio degli uccelli migratori il cui ruolo è sempre più spesso ambivalente. Da una parte, infatti la loro predisposizione a viaggiare sulla base dell’input climatico li rende dei vettori molto efficaci di agenti patogeni e AMR. D’altro canto, a causa dell'antropizzazione degli ecosistemi diverse specie animali sono state portate a modificare la propria biologia, sviluppando progressivamente abitudini sempre più stanziali. Esempi interessanti di questo progressivo adattamento sono: la cicogna bianca (Ciconia ciconia), il gabbiano minore dal dorso nero (Larus fuscus) e il gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus). Tre specie che si insediano tradizionalmente sulle zone costiere, spostandosi per brevi distanze a latitudini più calde in inverno. Ma che in alcuni casi, vista la costante disponibilità di cibo, hanno abbreviato o addirittura interrotto la migrazione. Alla luce di queste peculiarità le tre specie sono diventate oggetto di uno studio si matrice spagnola, al fine di confrontare il livello di AMR in ciascuna di esse. Ci si è avvalsi di Escherichia coli come utile indicatore, visto il suo alto tasso di sopravvivenza nell’ambiente. Dopo l'isolamento del batterio da singoli tamponi cloacali, infatti, sono stati eseguiti test di suscettibilità antimicrobica con il metodo di diffusione su disco, valutando 17 diversi antibiotici. Un totale del 63,2% dei gabbiani aveva ceppi resistenti, a fronte del 31,6% delle cicogne bianche. Di tutti i ceppi resistenti, il 38,9% è stato considerato multiresistente. E in questo caso la percentuale maggiore è stata riscontrata nelle cicogne: 50% vs il 30% individuato nei gabbiani. Le classi di antibiotici con il più alto tasso di AMR erano betalattamici, chinoloni e tetracicline, l'antibiotico più comunemente usato in medicina umana e veterinaria in Spagna.
Una prima evidenza emersa è che la proporzione di AMR rilevata dallo studio è superiore ai tassi pubblicati da altri autori, il che potrebbe essere in accordo con la tendenza al rialzo del rilevamento di AMR in tutto il mondo. Ne discende dunque che una gestione adeguata dei rifiuti antropici e delle acque reflue deve essere una priorità al fine di evitare la trasmissione dell'AMR alla fauna selvatica. Una volta che un problema di salute viene introdotto in una popolazione selvatica, infatti, il suo controllo è difficile da ottenere.
Urban Birds as Antimicrobial Resistance Sentinels: White Storks Showed Higher Multidrug-Resistant Escherichia coli Levels Than Seagulls in Central Spain https://doi.org/10.3390/ani12192714
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