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Animali da Reddito

02 Settembre 2022

Animali alla frontiera, l’esito dei controlli nel 2021

Uffici veterinari e posti di controllo alla frontiera: l’andamento dei monitoraggi, i respingimenti e le criticità. I dati pubblicati dal Ministero.


Animali alla frontiera, l’esito dei controlli nel 2021

Il Ministero della Salute ha reso disponibile il rapporto relativo all’attività svolta nel 2021 dai PCF (punti di controllo frontalieri) e dagli UVAC (uffici veterinari per gli adempimenti comunitari), deputati al controllo degli animali e dei prodotti di origine animale, provenienti dall’estero. 

Nello specifico, l’attività di controllo svolta dai PCF ha riguardato 41.870 partite di animali, prodotti di origine animale e mangimi di origine animale e 151.100 partite di alimenti e mangimi di origine vegetale e di materiali e oggetti a contatto con alimenti (MOCA) da oltre 100 Paesi terzi. I controlli svolti dai 28 PCF italiani sono stati finalizzati a verificare le garanzie sanitarie fornite dal Paese esportatore per ciascuna partita di animali e merci destinata all’ importazione nell'Unione Europea. Per quanto attiene, invece, alle partite di animali e merci provenienti dagli altri Stati membri dell’Unione europea, nel 2021, sono state segnalate agli UVAC 2.445.808 partite di merci (animali e di prodotti di origine animale). Su queste gli uffici veterinari hanno disposto i previsti controlli, effettuati dal personale veterinario delle A.S.L.

UVAC, controlli PSA

Nell’anno 2021 sono state sottoposte a controlli documentali e fisici n. 7.144 partite pari allo 0,29% delle partite introdotte dai Paesi UE. La percentuale dei controlli documentali e fisici varia a seconda della tipologia di merce raggiungendo i livelli più elevati sui suini (8,62%), sul pollame (6,26%) e sugli ovini (5,96%). Relativamente agli animali vivi, la percentuale di esami di laboratorio risulta più alta per gli equidi con il 71,07%, per gli ovini con il 63,38%, per i caprini con il 50% e per i suini con il 36,3%, in conformità al piano nazionale residui 2021 previsto dalla Direttiva 96/23/CE. Inoltre, gli UVAC hanno attivati dei controlli speciali, all’interno di uno specifico Programma di campionamento per la ricerca del virus della peste suina africana nella carne refrigerata e congelata di cinghiale spedita da altri Stati membri. Le carni soggette a tale tipologia di conservazione, infatti, rappresentano un rischio per la diffusione dell’infezione. Pertanto, si è ritenuto necessario adottare delle misure di controllo precauzionali. I controlli sono stati eseguiti a scopo di monitoraggio secondo modalità a campione. Delle 395 partite di carne di cinghiale refrigerata e congelata segnalate agli UVAC, 133 sono state sottoposte a controllo per la ricerca dell’agente virale della peste suina africana. Nessun esame ha dato esito sfavorevole.

UVAC e respingimenti

Su un totale di 7.144 partite controllate i respingimenti operati dagli UVAC sono stati 26 e hanno riguardato in particolare i prodotti ittici (9 partite), le carni di pollame (6 partite) e i derivati del latte (3 partite). In base alla tipologia, i respingimenti sono risultati per il 3,8% di origine cartolare (assenza o gravi irregolarità nei certificati sanitari), per il 15,4% dovuti a non corrispondenza tra merce e documenti di accompagnamento (esame fisico e di identità sfavorevoli) e per l’80,8% conseguenti ad irregolarità riscontrate per esami di laboratorio sfavorevoli.

Qui i dati e gli allegati sull'attività di UVAC a PCF

TAG: CONTROLLI VETERINARI, MINISTERO DELLA SALUTE, PCF, UVAC

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