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15 Novembre 2024

Marburg, dimesso ultimo paziente in Ruanda. Who: conto alla rovescia per fine epidemia

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato che l’epidemia è sotto controllo: in totale sono stati registrati 66 casi, 15 decessi e 51 guarigioni. La fine ufficiale dell’epidemia sarà dichiarata solo se non ci saranno nuovi casi nei 42 giorni successivi all’ultimo contagio

di Redazione Vet33


Marburg, dimesso ultimo paziente in Ruanda. Who: conto alla rovescia per fine epidemia

Il 9 novembre è iniziato il conto alla rovescia per dichiarare la fine dell’epidemia da virus Marburg in Ruanda. Lo ha avviato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Who), dopo che l’ultimo paziente ricoverato è stato dimesso. L’epidemia verrà considerata ufficialmente terminata solo se non verranno registrati nuovi casi nei 42 giorni successivi all’ultimo potenziale contagio, un periodo che equivale al doppio del tempo di incubazione massimo del virus.
 

L’ultimo paziente 

L’ultimo paziente ricoverato per il virus Marburg è stato dimesso venerdì scorso, ma continuerà a essere monitorato, insieme ai suoi contatti e a quelli dei pazienti dimessi in precedenza, ancora per 21 giorni, ovvero quello che viene considerato il periodo di osservazione per questo virus. Se non ci saranno altre infezioni nei 42 giorni successivi alla negatività dell’ultimo caso confermato, l’epidemia sarà dichiarata conclusa.

I casi confermati

Dall’inizio dell’epidemia (27 settembre) all’8 novembre 2024, sono stati confermati 66 casi, di cui 15 fatali (tasso di mortalità del 23%) e 51 guariti. L’epidemia ha colpito prevalentemente uomini (68%) e adulti di età compresa tra i 30 e i 39 anni, con una significativa concentrazione di casi nella capitale Kigali, in particolare nei distretti urbani e tra gli operatori sanitari di due strutture ospedaliere, che hanno rappresentato quasi l’80% dei contagi confermati.
La maggior parte dei casi è stata registrata nelle prime tre settimane dell’epidemia, con 61 infezioni segnalate nei primi giorni. Da allora, la curva epidemiologica ha mostrato una netta discesa, e dal 30 ottobre non sono stati segnalati nuovi contagi, né decessi; l’ultimo caso di morte risale al 14 ottobre.

“Con il miglior trattamento disponibile, la guarigione è possibile e si possono apportare contributi alla scienza. Le prove generate da questo focolaio contribuiranno a dare forma alle attività di sorveglianza future e a prevenire futuri focolai” ha dichiarato ai media ruandesi e alle agenzie internazionali il Ministro della Salute Sabin Nsanzimana.

Sorveglianza continua

In totale, sono stati effettuati 7.408 test per il virus, con un numero di campioni analizzati ogni giorno che varia tra 100 e 350, presso il Ruanda Biomedical Center. Il tracciamento dei contatti è ancora in corso, con 470 persone monitorate, che continueranno a essere seguite fino al completamento del periodo di osservazione.

“La Who continua a supportare il governo del Ruanda nella gestione e nel controllo dell’epidemia, finché questa non sarà ufficialmente conclusa” ha dichiarato l’agenzia delle Nazioni Unite, sottolineando l’importanza di mantenere un livello di sorveglianza elevato e le misure di prevenzione e controllo.

CITATI: SABIN NSANZIMANA
TAG: MALATTIA DI MARBURG, RUANDA, WHO

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