Avicoltura
09 Settembre 2024Quest’estate lungo le coste ovest dell’Europa e sul mar Baltico sono stati confermati diversi casi di influenza aviaria ad alta patogenicità in uccelli selvatici, così come focolai in allevamenti di pollame. In Italia, dal 15 settembre, le Regioni ad alto rischio adotteranno misure stringenti per prevenire la diffusione del virus
Con l’avvicinarsi della stagione migratoria degli uccelli acquatici, il Ministero della Salute ha disposto nuove misure per prevenire la diffusione dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) negli stabilimenti avicoli italiani. A partire dal 15 settembre 2024, le Regioni identificate come zone ad alto rischio A e B dovranno implementare protocolli di sorveglianza e biosicurezza per ridurre il rischio di introduzione del virus.
Nei mesi di luglio e agosto sono stati confermati diversi casi di HPAI in uccelli selvatici lungo le coste ovest dell’Europa e sul Mar Baltico. Alcun focolai sono stati rilevati anche negli allevamenti di pollame nelle medesime zone interessate dai casi nella fauna selvatica. Sulla base di questa situazione epidemiologica, il Ministero della Salute prevede un aumento del rischio di introduzione della malattia anche sul territorio nazionale, così come specificato anche in un parere del Centro Nazionale di Riferimento per l’Influenza Aviaria (CRNIA).
Per questo motivo, dal 15 settembre, il Ministero elenca alle Regioni le misure minime di prevenzione da adottare per ridurre il rischio di introduzione primaria del virus all’interno degli stabilimenti avicoli.
Le Regioni con zone ad alto rischio A e B dovranno adottare le seguenti misure minime per ridurre il rischio di introdurre il virus negli stabilimenti:
● Intensificazione della sorveglianza nella popolazione selvatica. In ottemperanza al piano di sorveglianza nazionale 2024 per l’influenza aviaria, le Regioni con zone ad alto rischio (A e B) predispongono piani di sorveglianza attiva nei confronti degli uccelli acquatici migratori con particolare riguardo agli anatidi e agli uccelli svernanti in Italia;
● Adozione di misure finalizzate ad accrescere la sorveglianza per l’early detection negli stabilimenti di pollame con particolare riguardo alle indagini che devono condurre gli operatori nei casi di mortalità anomala o modifica dei parametri produttivi registrati negli stabilimenti;
● Adozione di misure finalizzate a vietare l’allevamento all’aperto di pollame presente negli stabilimenti posti nelle zone A e B;
● Predisposizione da parte di ciascuna filiera di un programma di accasamento dei tacchini da carne nelle zone a rischio nel rispetto di criteri stabiliti per le aree omogenee definite dalle rispettive Regioni anche al fine di evitare una eccessiva concentrazione di animali sensibili all’influenza aviaria nel periodo a maggior rischio di introduzione dell’HPAI;
● Adozione di protocolli di prevenzione e sorveglianza della HPAI per gli uccelli selvatici ricoverati nei CRAS;
● Sospensione della concentrazione di pollame ed altri volatili in cattività nelle zone A e B in occasione di mercati, mostre, esposizioni ed eventi culturali; divieto di partecipazione a fiere, esposizioni, mostre e mercati in territori esterni alle zone A e B di pollame proveniente dalle zone A e B ad eccezione della sola esposizione/vendita di “volatili ornamentali” di cui all’Allegato I, Parte B del Reg (UE) 2016/429;
● Misure per l’utilizzo in funzione del rischio di richiami vivi dell’ordine degli Anseriformi e Caradriformi negli appostamenti temporanei e fissi nelle zone A e B;
● Prescrizioni per l’immissione e la movimentazione di selvaggina da penna nelle zone A e B;
● Controllo sull’applicazione delle misure gestionali di biosicurezza negli allevamenti avicoli previste dal DM 30 maggio 2023.
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