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08 Marzo 2022 Pubblicato il Rapporto 2020 sul Piano Nazionale Alimentazione Animale (PNAA): crescono le non conformità rispetto al 2019. Inadeguatezza del manuale di autocontrollo e carenze igienico-strutturali sono alcune delle criticità principali mostrate dagli OSM

Nonostante le difficoltà logistiche e le limitazioni innescate dalle misure di sicurezza contro la diffusione della pandemia, anche nel 2020 l’attività di controllo ufficiale ha visto i Servizi Veterinari impegnati in una considerevole attività di campionamento effettuata a tutti i livelli della produzione, della commercializzazione del trasporto e fino alla somministrazione dei mangimi. A dirlo è l'edizione 2020 del Piano Nazionale Alimentazione Animale.
Attività ispettiva presso gli OSM
Nell’ambito degli Operatori del Settore Mangimi l’attività ispettiva è stata pienamente soddisfacente come dimostra il fatto che sono stati effettuati oltre 15.000 ingressi e che la percentuale di non conformità rilevate è persino aumentata rispetto al 2019 (5,7% vs 4,7%), determinando quindi una crescita delle sanzioni amministrative comminate. Queste le principali carenze: inadeguatezza o mancato aggiornamento del manuale di autocontrollo; carenze strutturali; carenze igieniche; mancanza di manutenzione; tracciabilità / tenuta dei registri; conservazione inadeguata del mangime; carenza nella lotta ai parassiti; mancata comunicazione. Infine, dai dati raccolti nel corso delle ispezioni sono emerse irregolarità relative alle etichettature: sono 50 quelle riscontrate e per lo più relative alla presenza di claims inadeguati o inappropriati.
Mangimi, esiti del campionamento
Sull’analisi dei mangimi il Rapporto è chiaro: per quanto attiene al loro campionamento, l’attività programmata è stata svolta interamente raggiungendo una percentuale complessiva di realizzazione pari al 111,99%. Di più: solo 1 programma di controllo che è stato realizzato al 98%, tutti gli altri hanno invece superato il 100% dell’attività programmata. Quanto agli esiti delle analisi, 55 campioni (ovvero lo 0,66%) sono risultati non rispondenti a quanto richiesto dalla normativa. Se ne evince che in generale i mangimi (mangimi composti, materie prime, additivi, premiscele e acqua di abbeverata) soddisfano i requisiti normativi di sicurezza, con il 99,4% dei mangimi risultati conformi alle analisi di laboratorio. Non per nulla nel 2020 la percentuale delle non conformità è diminuita di 0,07 punti percentuali (cioè 26 non conformità in meno rispetto all’anno precedente). Quanto alle non conformità riscontrate, vediamo che aumentano quelle a carico delle materie prime (+8,33%) mentre diminuiscono quelle dell’acqua di abbeverata (nessuna nel 2020) e dei mangimi composti (-5,85%). Tra le 55 non conformità rilevate, preoccupano i 26 casi di carry-over, pari al 2,9% del totale e in lieve crescita rispetto all’anno precedente: essi evidenziano infatti la necessità – si legge nel Rapporto – “di proseguire l’attività volta all’adeguamento dei sistemi di controllo e di efficaci interventi di contrasto”.
Di questi 26 campioni non conformi 20 sono riferiti alla presenza di principi farmacologicamente attivi e 6 alla presenza di coccidiostatici in mangimi non medicati, destinati a una ampia rosa di specie animali: suini (15), conigli (5), broiler (3), altri avicoli (2), bovini da latte (1). Va sottolineato, infine, a parte i suini, nel 2019 nessuna altra specie era stata interessata alle non conformità.
TAG: CONTROLLI VETERINARI, MANGIMI, OSM, PNAA 2020Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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