Alert sanitari
07 Giugno 2024Il Ministro della Salute del Messico Jorge Alcocer ha accusato l’Organizzazione Mondiale della Sanità di aver diffuso una comunicazione imprecisa, chiarendo le cause del decesso dell’uomo risultato positivo al virus dell’influenza aviaria H5N2
Il Ministro della Salute messicano, Jorge Alcocer, ha criticato la World Health Organization (Who) per la cattiva comunicazione riguardo al presunto caso mortale di influenza aviaria H5N2. Alcocer ha dichiarato che il paziente, un 59enne con diabete e problemi renali, è deceduto per insufficienza renale e respiratoria. Al momento non ci sono prove di trasmissione umana del virus e l’uomo non ha avuto contatti noti che spieghino l’origine del contagio. Le autorità sanitarie messicane si incontreranno con la Who per chiarire la situazione.
Il chiarimento del Ministro
“La comunicazione dell’Organizzazione mondiale della sanità è stata pessima poiché fin dall’inizio si parla di un caso mortale da virus aviario H5N2, cosa che non è avvenuta. Il paziente risultato positivo all’infezione, un 59enne diabetico e con problemi renali, è morto per un’altra causa” ha dichiarato il Ministro della Sanità del Messico Jorge Alcocer, attribuendo in conferenza stampa il decesso comunicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a ragioni come “l’insufficienza renale e respiratoria”.
All’uomo, che era ricoverato dall’Istituto nazionale per le malattie respiratorie di Città del Messico, “sono stati prelevati diversi campioni, come sempre si fa nei pazienti che arrivano in condizioni non buone” ha aggiunto. “In uno dei campioni è stato trovato il virus H5N2, che è legato all’influenza aviaria”. “Vorrei sottolineare – ha continuato – che la dichiarazione della Who è piuttosto grossolana, poiché fin dall’inizio si parla di un caso fatale, ma non è così: è morto per un’altra causa e senza che fosse determinata, mentre solo marginalmente si dice che il rischio in questo caso è basso”.
Alcocer, spiegando che le autorità sanitarie messicane si incontreranno con la controparte della Who per chiarire tutto ciò, ribadisce che “non ci sono prove di trasmissione umana” e che il paziente “non ha precedenti di contatti” familiari o incontri che spieghino l’origine del contagio.
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