Animali esotici
11 Marzo 2024 I ricercatori dello Scripps Research Institute, in California, hanno sviluppato un anticorpo che è in grado di bloccare gli effetti delle tossine letali presenti nei veleni di un’ampia varietà di serpenti
È stato individuato un anticorpo umano capace di neutralizzare una proteina tossica presente nel veleno della famiglia dei serpenti Elapidae. La scoperta, pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine, apre la strada verso lo sviluppo di un antidoto ad ampio spettro, utile a contrastare un’emergenza sanitaria particolarmente diffusa nei paesi tropicali.
Morsi di serpente
Ogni anno in tutto il mondo si registrano tra 1.800.000 e 2.700.000 casi di ferite inferte dal morso di un serpente, a cui seguono tra gli 80.000 e i 138.000 decessi, soprattutto in Asia meridionale, nel Sud-Est asiatico, nell’Africa sub-sahariana e in America Latina.
Le attuali strategie per trattare l’avvelenamento da morsi di serpente si basano sull’antiveleno policlonale derivato da animali come i cavalli. Sebbene questi trattamenti possano salvare la vita, spesso provocano malattia da siero e anafilassi e richiedono l’identificazione della specie di serpente dietro il morso.
Lo studio
I ricercatori hanno utilizzato una libreria di anticorpi umani sintetici per trovare e ottimizzare un anticorpo monoclonale in grado di neutralizzare le α-neurotossine a catena lunga presenti nella famiglia dei serpenti Elapidae, che comprende tra gli altri alcune specie particolarmente velenose e velenifere, cobra, krait e mamba. L’anticorpo trovato si è rivelato particolarmente capace di conferire protezione contro l’avvelenamento nei topi, imitando il legame tra le tossine e i loro recettori. Questo anticorpo e l’approccio utilizzato nello studio rappresentano un passo in avanti della ricerca verso un antiveleno universale ottimizzato. Testato nei topi, l’anticorpo li ha protetti non solo dalla morte ma anche dalla paralisi. Tuttavia, non funziona contro il veleno delle vipere.
I ricercatori coordinati da Joseph Jardine hanno tratto ispirazione da loro precedenti studi effettuati sui vaccini contro il virus dell’Hiv: come l’Hiv, anche le tossine dei serpenti hanno regioni conservate tra le specie, e che quindi costituiscono gli obiettivi ideali per un anticorpo mirato.
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