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24 Marzo 2023

Cani e gatti, come gestire la terapia antimicrobica nel trattamento degli uropatogeni

Uno studio sugli antimicrobici consigliati per il trattamento dell’infezione batterica delle vie urinarie nei cani e nei gatti individua gli uropatogeni più diffusi. Alla luce dei tassi di resistenza multifarmaco registrati, si ribadisce l'importanza dei test di sensibilità antimicrobica prima di qualsiasi terapia. 


Cani e gatti, come gestire la terapia antimicrobica nel trattamento degli uropatogeni

L'infezione batterica del tratto urinario (UTI) è una diagnosi comune nella partica dei cani e dei gatti ed è uno dei motivi principali per le prescrizioni antimicrobiche. Con l’obiettivo di fornire dati fenotipici AMR per i patogeni batterici coinvolti nell'infezione delle vie urinarie nei cani e nei gatti, uno studio di matrice belga ha analizzato 1862 campioni del tratto urinario di cani e gatti, inviati a un laboratorio diagnostico microbiologico veterinario nel 2019 e nel 2020 in Germania. Successivamente è stata determinata la suscettibilità di 962 isolati uropatogeni a 15 antimicrobici, suggeriti come opzioni terapeutiche di prima e seconda linea per l'infezione delle vie urinarie. La crescita batterica di uropatogeni è stata rilevata nel 43,9% dei campioni di cane e nel 38,5% dei campioni di gattoEscherichia (E.coli è stato il patogeno più frequentemente isolato (48,4%), seguito da Enterococcusspp. (11,9%) e stafilococchi coagulasi-positivi (CoPS; 11,5%). Le femmine avevano maggiori probabilità di esibire una coltura microbiologica positiva.  Per quanto riguarda gli antibiotici di prima linea, il 93,4% delle specie uropatogene più comunemente isolate era sensibile agli antibiotici di prima linea amoxicillina/acido clavulanico (AMC) e l'87,6% al trimetoprim-sulfametossazolo (SXT), mentre il 76,1% mostrava una ridotta suscettibilità all'ampicillina (AMP). La multiresistenza ai farmaci (MDR) è stata rilevata nell'11,9% di E. coli, nel 50,4% degli enterococchi e nel 42,7% dei CoPS. Il 90,6% di questi isolati era sensibile alla nitrofurantoina (NIT). I nostri dati indicano che il trattamento empirico delle infezioni batteriche del tratto urinario con AMC o SXT potrebbe essere raccomandato ed è preferibile al trattamento con AMP. La NIT dovrebbe essere presa in considerazione per il trattamento degli uropatogeni MDR.  

Risultati 

Lo studio ha rivelato che E. coli, e a seguire Enterococcusspp. e CoPS, sono gli uropatogeni più frequentemente isolati nel cane e nel gatto. La resistenza multifarmaco agli agenti antimicrobici approvati per il trattamento delle UTI nei cani e nei gatti è stata dimostrata nel 21,9% di tutti gli isolati canini e nel 24,5% di tutti gli isolati felini. Si ribadisce, pertanto, l'importanza dei test di sensibilità antimicrobica prima di qualsiasi trattamento antimicrobico. L'applicazione di sostanze antimicrobiche dovrebbe essere ben ponderata e, ove applicabile, accompagnata da linee guida terapeutiche continuamente adeguate per prevenire l'insorgenza di uropatogeni multifarmacoresistenti. Il monitoraggio di routine dei dati sulla resistenza antimicrobica è necessario per rilevare eventuali tendenze sfavorevoli e sensibilizzare la comunità scientifica, ma anche per informare tempestivamente i veterinari su tali tendenze. 

Prevalence and Antimicrobial Resistance of Bacterial Uropathogens Isolated from Dogs and Cats by  Sophie Aurich, Ellen Prenger-Berninghoff and Christa Ewers       https://doi.org/10.3390/antibiotics11121730

TAG: AMR, RESISTENZA ANTIMICROBICA, RESISTENZA MULTIFARMACO, TERAPIA ANTIMICROBICA, UROPATOGENI

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