Gatti
16 Maggio 2022 Le variazioni del comportamento felino potrebbero essere spie dell’insorgere di malattie correlate all’invecchiamento: individuare e comprendere questi segnali potrebbe aiutare nell’adozione tempestiva delle terapie.
Partendo dal concetto che spesso nei gatti maturi i cambiamenti comportamentali possono manifestarsi prima dei segni sistemici di alcune malattie, si è iniziato a studiare come identificare tempestivamente questi segnali. Così, nel 2016, è stato avviato il Cat Prospective Aging and Welfare Study (CatPAWS), con l'obiettivo principale di monitorare la salute dei gatti domestici durante il processo di invecchiamento, facilitato dall'istituzione della Feline Healthy Aging Clinic (FHAC) presso l'Università di Liverpool nel Regno Unito. Dopo l’approvazione etica concessa dal comitato etico di ricerca veterinaria dell'Università di Liverpool (VREC491abcd) e dal comitato etico Royal Canin, si è proceduto ad arruolare duecentosei gatti, di età compresa tra 7 e 10 anni, così da raccogliere informazioni standardizzate sia dai proprietari che dalle valutazioni veterinarie per determinare la prevalenza della malattia, i cambiamenti comportamentali e i cambiamenti nell'aspetto fisico. Solo il 12% dei gatti sottoposti a tutte le valutazioni cliniche, non aveva evidenza di alcuna malattia. Negli altri casi, invece, è stata evidenziata la presenza di una o più patologie. Ma procediamo con ordine, partendo dalle segnalazioni dei proprietari, che al momento dell'iscrizione, hanno segnalato frequentemente cambiamenti fisici (53%), cambiamenti comportamentali (47%), cambiamenti nelle abitudini alimentari (41%) e cambiamenti nell'attività (40%) nei loro gatti maturi. All'esame obiettivo, il 45% dei gatti era in sovrappeso e il 12% era obeso. Un soffio cardiaco è stato rilevato nel 29% dei gatti, mentre la pressione arteriosa sistolica indiretta (SBP) era >160 mmHg nel 5% dei gatti. E veniamo alle associazioni di patologie con variazioni comportamentali. Tra i disturbi più diffusi sono risultati quelli dentali, presenti nel 54% dei gatti e associati a precise peculiarità come: pelo arruffato (P = 0,01), aumento del sonno (P = 0,02), assenza di peli grigi (P = 0,03), maggiore irritabilità verso gli altri animali domestici (P = 0,04). Elevata pure la diffusione di disturbi ortopedici (OE) riscontrati nel 58% dei gatti, più vecchi dei gatti con un OE normale (P = 0,01); inoltre i casi in cui l’esame ortopedico è risultato anormale, erano associati pure a un mantello arruffato (P = 0,03) e a un aumento della toelettatura (P = 0,04). Meno diffusa l'azotemia - presente nel 10% dei gatti – ma anch’essa associata a uno specifico atteggiamento: i gatti che ne soffrivano, infatti, venivano osservati "annusare il cibo e poi andarsene" (P = 0,04). L'ipertiroidismo è stato diagnosticato nel 3% dei gatti, che erano più anziani (P = 0,02), avevano un BCS più magro (P = 0,02) e minori concentrazioni di creatinina nel sangue (P = 0,01). I gatti ipertiroidei avevano anche maggiori probabilità di avere una maggiore attività degli enzimi epatici e un aumento della PAS (P = <0,001) rispetto ai gatti non ipertiroidei. Le evidenze emerse da questo studio confermano come alcuni cambiamenti fisici e comportamentali osservati siano associati alla presenza di malattie croniche; ne discende che la conoscenza di queste variazioni potrebbe facilitare una diagnosi precoce, aumentando la consapevolezza del proprietario e incoraggiandolo a richiedere una valutazione veterinaria più tempestivamente.
Aging in Cats: Owner Observations and Clinical Finding in 206 Mature Cats at Enrolment to the Cat Prospective Aging and Welfare Study Nathalie Dowgray , Gina Pinchbeck, Kelly Eyre, Vincent Biourge, Eithne Comerford, Alexander J German DOI: 10.3389/fvets.2022.859041
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