Animali da Compagnia
10 Marzo 2022 La dieta di eliminazione è uno degli strumenti clinici per la diagnosi delle allergie alimentari e viene prescritta basandosi sugli ingredienti riportati in etichetta. Purtroppo, però, non sempre tutti i componenti sono citati correttamente.
Pollo, carne bovina e latticini sono tra i principali allergeni alimentari per cani e gatti. Con conseguenze sia dermatologiche sia gastrointestinali. Per quanto riguarda i problemi cutanei, non è possibile stabilire con precisione quando si tratti di un problema di allergia alimentare (AF) e quando di dermatite atopica (AD), anche perché il confine tra le due condizioni non è netto, dal momento che gli animali affetti da AD hanno livelli elevati di anticorpi contro gli allergeni alimentari. Pertanto, diventa sempre più frequente il ricorso a diete restrittive basate su test di eliminazione in cerca di un riscontro dermatologico positivo, conseguente all’eliminazione di uno specifico alimento. Ovviamente l’organizzazione di una dieta di questo tipo viene fatta basandosi sulle informazioni presenti in etichetta. Ma è a questo punto che sorge il grande dilemma: le etichette sono sempre e tutte affidabili? Nonostante la legge e la Federazione europea dell'industria degli alimenti per animali domestici (FEDIAF) abbiano affermato che le etichette devono essere accurate e fornire informazioni complete sugli ingredienti, non sempre questo accade, come emerso per esempio in uno studio di Ricci et al., del 2018. E’ su questi presupposti che è stato effettuato un ulteriore studio su alimenti completi commerciali di mantenimento secco e umido per cani adulti, con lo scopo di determinare l'assenza o la presenza di DNA di pollo. Per verificare la correttezza della composizione sull'etichetta, ci si è avvalsi di metodi di analisi sia qualitativa che quantitativa della reazione a catena della polimerasi (PCR).
Risultati dello studio
Dall’esame di 15 alimenti per cani è emerso che undici (73%) sono stati prodotti come dichiarato dal produttore, e di questi, due hanno mostrato la presenza di proteine di pollo come indicato in etichetta. I restanti nove alimenti contenevano quantità di DNA di pollo inferiori all'1%, in coerenza con le indicazioni in etichetta. Invece quattro degli alimenti per cani testati (ovvero il 27%) non sono stati prodotti in conformità alla dichiarazione sulla confezione. Due alimenti per cani (uno secco e uno umido) non contenevano le proteine di pollo dichiarate. In due alimenti l'aggiunta di DNA di pollo è stata rilevata a livelli rispettivamente di oltre il 2% e quasi del 6%.
Conclusioni
Nonostante la maggior parte del campione sia risultata coerente con le indicazioni in etichetta, è emerso pure che ci sono occorrenze in cui specie animali non dichiarate possono essere presenti tra gli ingredienti oppure, al contrario, che proteine dichiarate sulla confezione non siano poi riscontate nella composizione. Alla luce di queste evidenze, la ricerca indica che gli alimenti analizzati sia secchi che umidi non dovrebbero essere raccomandati come strumento diagnostico nei test di eliminazione, perché potrebbero dare risultati falsi negativi. Quindi, gli alimenti di mantenimento da banco per cani non dovrebbero essere raccomandati per la diagnosi e il trattamento dell'ipersensibilità alimentare.
Biel, W., Natonek-Wiśniewska, M., Kępińska-Pacelik, J. et al. Rilevazione del DNA di pollo negli alimenti per cani commerciali. BMC Vet Res 18, 92 (2022). https://doi.org/10.1186/s12917-022-03200-z
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