Animali da Compagnia
28 Dicembre 2023 Uno studio comportamentale condotto su cani e gatti ha rivelato alcuni modelli etologici coinvolti nei disturbi ossessivo-compulsivi, permettendo ai veterinari di diagnosticare precocemente tali disturbi e di indirizzarne gli interventi terapeutici
I comportamenti ripetitivi anomali (Arb) negli animali domestici sono un enigma complesso, spesso associato a una miriade di fattori ambientali e genetici. Comprendere questi comportamenti è cruciale per garantire la salute e il benessere degli animali domestici e aiutare i veterinari a intervenire precocemente quando necessario.
Un recente studio condotto su cani e gatti e pubblicato sul Journal of Veterinary Behavior, a firma della Dottoressa Stefania Uccheddu, Dvm, Phd, MSc, Diplomate ECAWBM e Responsabile del servizio di medicina comportamentale e benessere animale della Clinica Veterinaria San Marco, ha gettato luce sui misteri di questi comportamenti e ha rivelato risultati sorprendenti che potrebbero cambiare il modo in cui affrontiamo il disturbo ossessivo-compulsivo negli animali domestici.
Lo studio
Lo studio ha coinvolto l’analisi di 26 video forniti dai proprietari di cani (13) e gatti (13) che avevano sperimentato comportamenti ripetitivi nei loro animali domestici. Gli esperti hanno esaminato attentamente i comportamenti manifestati e hanno raccolto dati demografici rilevanti per ogni animale.
Una delle scoperte più rilevanti è stata l’identificazione di un comportamento chiave: il “leccamento vuoto” (empty licking). Questo comportamento, in cui la lingua dell'animale esce dalla bocca e si muove senza uno scopo apparente, è emerso come un fattore predittivo significativo per gli animali affetti da disturbi ossessivo-compulsivi (Cd/Ocd) che erano coinvolti in comportamenti di grooming.
Inoltre, lo studio ha rivelato che non è solo la frequenza delle azioni ripetute a essere importante, ma anche la presenza di atti non funzionali (Nfa) nella sequenza comportamentale. Questi Nfa sono stati identificati come una caratteristica distintiva dei disturbi ossessivo-compulsivi, sia negli animali che negli esseri umani.
L’analisi degli intervalli tra le azioni ha evidenziato che i cani e i gatti con Cd/Ocd tendono ad eseguire gli Nfa più frequentemente rispetto al gruppo di controllo. Questo suggerisce che la presenza e la frequenza degli Nfa potrebbero essere indicatori cruciali per il riconoscimento dei comportamenti compulsivi negli animali domestici.
Questo studio rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione dei comportamenti compulsivi nei cani e nei gatti. La scoperta dell’importanza dell’empty licking e degli atti non funzionali potrebbe consentire ai veterinari di identificare precocemente i segni di disturbo ossessivo-compulsivo nei loro pazienti e indirizzarli a terapie mirate.
I risultati
Dallo studio emerge che i disturbi compulsivi presentano una struttura motoria specifica rispetto alle loro corrispondenti azioni ordinarie. Non solo la ripetizione (azioni ripetute) e la frequenza (la velocità con cui le azioni si verificano in un determinato periodo di tempo), ma anche la ridondanza (azioni superflue che non sono funzionali al raggiungimento di un obiettivo) dei comportamenti dovrebbero essere considerate come una caratteristica chiave nella Cd/Ocd negli animali da compagnia.
Questi risultati aprono la strada a ulteriori ricerche nel campo dell’etologia animale e potrebbero portare allo sviluppo di strumenti di diagnosi e terapie più efficaci per aiutare gli animali domestici affetti da comportamenti ripetitivi anomali. La salute e il benessere dei nostri amici a quattro zampe sono in gioco, e questo studio potrebbe fare la differenza nella loro vita.
A cura di Francesca Innocenzi
DOI: https://doi.org/10.1016/j.jveb.2023.12.003
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