Professione
18 Marzo 2024 La World Veterinary Association ha pubblicato un documento di posizione a sostegno della professione veterinaria. Solo chi ha completato un percorso di istruzione e formazione adeguato può essere identificato come medico veterinario ed esercitare quindi la professione della medicina veterinaria
La World Veterinary Association (Wva) ha pubblicato un documento con i criteri per l’identificazione di un professionista veterinario. Per la Wva, solo gli individui qualificati per aver completato un’adeguata formazione e istruzione possono essere identificati come medico veterinario, veterinario, chirurgo veterinario o qualsiasi altro termine che implichi che sono autorizzati a esercitare la professione pratica della medicina veterinaria, in seguito alla registrazione da parte dell’autorità regolatoria veterinaria prevista dalla legge nella loro giurisdizione.
La professione veterinaria
La società dipende dai servizi veterinari per molte attività critiche, tra cui la gestione della salute e del benessere degli animali, la diagnosi, il trattamento e la prevenzione delle malattie animali, così come per la fornitura di servizi che influiscono sulla salute di animali, persone e ambiente. Tutte queste attività contribuiscono a garantire salute e sicurezza alimentare, a preservare la salute degli animali, a prevenire le malattie zoonotiche, a conservare la biodiversità e a proteggere e sostenere l’ambiente.
È fondamentale che ai cittadini sia assicurato che i medici veterinari che forniscono questi servizi siano qualificati e competenti. Per questo motivo, un uso restrittivo e corretto di titoli specifici (Medico Veterinario, Chirurgo Veterinario o Veterinario) aiuta a garantire alta professionalità e competenza.
Titoli e qualifiche
La Wva riconosce che ci sono molti programmi educativi in grado di fornire le adeguate qualifiche accademiche per istruire e formare professionisti veterinari competenti. Il titolo di ciascun diploma o laurea è definito dall’istituzione accademica che lo conferisce. Le designazioni utilizzate includono, per esempio, Doctor of Veterinary Medicine, Veterinarian Medicinae Doctoris, Bachelor of Veterinary Medicine, Bachelor of Veterinary Science e altri termini, tutti con il proprio acronimo (come DVM, VMD, BVM o BVSc).
Il privilegio di mostrare queste iniziali dopo il proprio nome è concesso dall’istituzione accademica e significa che l’individuo possiede la specifica qualifica come laureato di un determinato programma veterinario. È dunque appropriato per un professionista veterinario assumere queste lettere post-nominali dopo il proprio nome. Le persone che non hanno conseguito un diploma veterinario specifico da un’istituzione veterinaria non devono presupporre di essere professionisti veterinari. Le credenziali conferite da un Istituto e aggiunte come carica dopo il nome non significano necessariamente che tale laureato abbia il permesso di esercitare la professione veterinaria.
A seconda della Regione o del Paese in cui ci si trova, per il riconoscimento e l’esercizio della professione veterinaria, oltre alle qualifiche accademiche, può essere necessaria la registrazione o l’autorizzazione da parte di un Organismo Statutario Veterinario.
La Wva ritiene che l’uso del prefisso “Dottor” (Doctor) prima del nome di un professionista veterinario qualificato sia appropriato, ma è sempre necessario considerare le restrizioni legali o tradizionali sul titolo che potrebbero applicarsi in una Regione o in un Paese specifico. Inoltre, ai professionisti veterinari possono essere riconosciute conoscenze e competenze avanzate da parte di enti e organizzazioni specializzati: è opportuno che un medico veterinario inserisca eventuali riconoscimenti conferitigli quale carica dopo il proprio nome, a condizione che siano soddisfatte tutte le condizioni dell’ente o dell’organizzazione di specializzazione.
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