Professione
30 Settembre 2024Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di Decreto-legge per le aggressioni agli operatori sanitari. Pene più severe, con arresto in flagranza differita entro 48 ore e multe fino a 10.000 euro per danni alle strutture ospedaliere. Attesi nuovi sistemi di videosorveglianza
Lo scorso venerdì, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a un nuovo Decreto-legge per contrastare la crescente violenza contro gli operatori sanitari. Tra le principali novità, l’introduzione dell’arresto in flagranza differita per aggressioni contro il personale, che permetterà di arrestare i colpevoli entro 48 ore sulla base di prove video o fotografiche. Le sanzioni per chi danneggia i beni delle strutture sanitarie saranno inasprite, con pene che possono raggiungere i cinque anni di reclusione e multe fino a 10.000 euro.
Il Decreto-legge, spiega una nota del Ministero della Salute, modifica gli articoli del Codice di procedura penale 380, relativo all’arresto obbligatorio in flagranza, e 382 bis, arresto in flagranza differita.
L’arresto obbligatorio in flagranza è esteso anche agli atti di violenza che cagionano lesioni personali ai professionisti sanitari o che producono danni ai beni mobili e immobili destinati all’assistenza sanitaria, con la conseguente compromissione del servizio pubblico erogato dalle strutture.
Inoltre, si applica l’arresto obbligatorio in flagranza anche differito, ossia nelle 48 ore successive alla condotta delittuosa inequivocabilmente provata da documentazione video-fotografica. La norma modifica anche l’articolo 365 del Codice penale, prevedendo una pena aggravata per chi danneggia beni mobili o immobili all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, compresi beni di medici e personale sanitario, con la reclusione da uno a cinque anni e multe fino a 10.000 euro. La pena è aumentata se il fatto è commesso da più persone riunite.
Il Decreto si compone di cinque articoli ed è strettamente connesso all’allarme suscitato dal “notevole incremento degli episodi di violenza fisica o verbale ad opera dei soggetti che accedono alle strutture di assistenza, ivi inclusi i pazienti stessi, che hanno reso sempre più insostenibili le condizioni di lavoro dei professionisti sanitari”.
Articolo 1 – Modifiche all’art. 635 del codice penale
Chiunque, all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, con violenza alla persona o con minaccia ovvero in occasione del delitto previsto dall'articolo 583-quater (lesioni a danno di esercenti la professione sanitaria), distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose ivi esistenti o comunque destinate al servizio sanitario o socio-sanitario, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa fino a 10.000 euro. Se il fatto è commesso da più persone riunite, la pena è aumentata.
Articolo 2 – Modifiche agli artt. 380 e 382-bis del codice di procedura penale
Modificato anche l’articolo 380 del codice penale, al comma 2. Previsto l’arresto obbligatorio in flagranza in caso di lesioni personali a personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria e a chiunque svolga attività ausiliarie ad essa funzionali con reclusione da due a cinque anni; e arresto in flagranza in caso di danneggiamento di materiale destinato al servizio sanitario o socio-sanitario.
Viene poi aggiunto un comma 1 bis all’articolo 382 bis del codice penale introducendo l’arresto in flagranza differita in caso di aggressione a esercenti la professione sanitaria e danneggiamento di attrezzature destinate all’assistenza sanitaria. Questo avverrà “sulla base di documentazione video-fotografica o di altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica, dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto, ne risulta autore, sempre che l'arresto sia compiuto non oltre li tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le quarantotto ore dal fatto”.
Articolo 3 – Misure applicative dell’art. 7 della legge 14 agosto 2020, n. 113
Al fine di armonizzare sull'intero territorio nazionale le misure applicative in tema di prevenzione a episodi di aggressione, il Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'interno, dovrà adottare apposite linee guida anche con riguardo all'utilizzo dei dispositivi di videosorveglianza nelle strutture presso cui opera li personale sanitario e socio-sanitario. I sistemi di videosorveglianza installati nelle strutture sanitarie dovranno essere segnalati con appositi cartelli informativi.
Articolo 4 – Clausola di invarianza finanziaria
Dalle disposizioni presenti nel Decreto non dovranno derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Articolo 5 – Entrata in vigore
Il Decreto entra in vigore il giorno successi alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
“Oggi abbiamo dato un’altra risposta concreta a tutela di medici, infermieri e di tutti gli operatori sanitari e sociosanitari” ha commentato il Ministro della Salute Orazio Schillaci dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri. Ora “è immediatamente applicabile l’arresto in flagranza di reato anche differita per chi aggredisce un operatore sanitario. Abbiamo mantenuto un impegno preso con chi ogni giorno si dedica con competenza e dedizione alla cura dei cittadini e non merita di essere oggetto di violenza”.
“Il Decreto inoltre – ha aggiunto il Ministro – inasprisce la pena per chi danneggia beni all’interno o all’esterno di una struttura sanitaria. Non vogliamo più assistere a violenze nei confronti di donne e uomini del servizio sanitario, ma neanche alla distruzione di pronto soccorso o reparti. Queste misure si aggiungono alle altre già approvate lo scorso anno, a scopo preventivo e di deterrenza: sono aumentate le pene per gli aggressori, è già prevista la procedibilità d’ufficio, indipendentemente dalla denuncia di chi viene aggredito e sono stati potenziati i presidi di polizia negli ospedali. Vogliamo che nelle strutture sanitarie e sociosanitarie si lavori in sicurezza ma sappiamo che accanto a questi doverosi e necessari interventi occorre uno sforzo ancora maggiore sul piano culturale. Per questo – ha concluso Schillaci – continueremo a promuovere, insieme alle categorie, campagne per sensibilizzare i cittadini e rinsaldare il rapporto di fiducia tra paziente e medico”.
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