Ambiente
29 Febbraio 2024 Il Parlamento europeo ha approvato, in via definitiva, nuove misure e sanzioni per contrastare la criminalità ambientale. Sono stati definiti nuovi reati e sancite maggiori tutele per fauna e flora
Martedì 27 febbraio, il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva una legge sul ripristino degli ecosistemi danneggiati, nonostante le opposizioni delle organizzazioni agricole, sancendo nuove misure e sanzioni per contrastare la criminalità ambientale. Secondo le nuove regole, non solo i privati ma anche le aziende, a seconda del reato, potrebbero essere costrette a pagare un risarcimento dal 3 al 5% del loro fatturato. Inoltre, raddoppia l’elenco dei reati ambientali: tra questi figurano anche l’appiccamento e la diffusione di incendi in danno all’ecosistema.
La criminalità ambientale
Secondo le stime, i crimini ambientali costituiscono la quarta attività criminale al mondo, nonché una delle principali fonti di reddito per la criminalità organizzata, con un fatturato annuo di oltre 200 miliardi di euro e gravi conseguenze per la salute umana e l’ambiente. Per riparare i danni causati, l’Ue spende ogni anno l’equivalente del prodotto interno lordo del Portogallo.
Nel dicembre 2021, la Commissione ha presentato una proposta per rafforzare la protezione dell’ambiente attraverso il diritto penale, con l’obiettivo di contrastare il numero crescente di reati ambientali.
La direttiva
La nuova direttiva, già concordata con il Consiglio il 16 novembre 2023, è stata approvata con 499 voti favorevoli, 100 contrari e 23 astensioni. Lo scopo della direttiva è tutelare più efficacemente l’ambiente, introducendo misure finalizzate alla prevenzione e al contrasto della criminalità ambientale, stabilendo nuovi reati e inasprendo le pene per i danni ambientali. La direttiva, che abroga quella del 2008, aumenta l’elenco dei reati ambientali punibili a livello penale, i quali passano da 9 a 18. Tra questi figurano ora il commercio illegale di legname, l’esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione Ue in materia di sostanze chimiche e l’inquinamento provocato dalle navi.
I deputati, inoltre, hanno inserito nel testo anche i cosiddetti “reati qualificati”, cioè quelli che portano alla distruzione di un ecosistema e sono quindi paragonabili all’ecocidio, come ad esempio gli incendi boschivi su vasta scala o l’inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo.
Sanzioni e pene detentive
Con la nuova legge, i reati ambientali commessi da persone fisiche e rappresentanti d’impresa saranno punibili con la reclusione, a seconda della durata, della gravità o della reversibilità del danno. Per i reati qualificati il massimo è di 8 anni di reclusione, per quelli che causano la morte di una persona 10 anni e per tutti gli altri 5 anni.
Tutti i trasgressori saranno tenuti a risarcire il danno causato e ripristinare l’ambiente danneggiato, oltre a rispondere a possibili sanzioni pecuniarie. Per le imprese, l’importo dipenderà dalla natura del reato: potrà essere pari al 3 o 5% del fatturato annuo mondiale o, in alternativa, a 24 o 40 milioni di euro. Gli Stati membri, inoltre, potranno decidere se perseguire i reati commessi al di fuori del loro territorio.
Obblighi di assistenza e formazione
Durante i negoziati, nel testo sono stati aggiunti anche sostegno e assistenza nel contesto dei procedimenti penali per gli informatori (whitleblower) che denunciano reati ambientali. Inoltre, è stato introdotto l’obbligo per gli Stati membri di organizzare corsi di formazione specializzati per forze dell’ordine, giudici e pubblici ministeri, di redigere strategie nazionali e organizzare campagne di sensibilizzazione contro la criminalità ambientale. Infine, i dati sui reati ambientali raccolti consentiranno di affrontare meglio la questione e aiutare la Commissione ad aggiornare regolarmente l’elenco.
I prossimi passi
La direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue. Una volta pubblicata, gli Stati membri avranno due anni per recepire le norme nel diritto nazionale.
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