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30 Settembre 2024La rabbia continua a causare 60.000 morti all’anno, il 50% delle quali sono bambini. L’obiettivo Zero by 30 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità punta a eliminare i decessi umani per rabbia trasmessa dai cani entro il 2030, grazie a una vaccinazione di massa e non solo
Come ogni anno, il 28 settembre è la Giornata Mondiale contro la Rabbia, un’occasione nata per sensibilizzare l’opinione pubblica su una malattia che ancora oggi uccide una persona ogni nove minuti. Nonostante i progressi della medicina moderna, la rabbia resta una minaccia mortale, soprattutto nei Paesi a basso reddito. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Who), attraverso il programma Zero by 30, si è posta l’obiettivo di eliminare le morti causate dalla rabbia canina entro il 2030.
La Giornata mondiale contro la rabbia è l’evento più importante nel calendario mondiale della rabbia, coordinato da GARC (Global Alliance for Rabies Control), e celebrato ogni anno il 28 settembre, anniversario della morte di Louis Pasteur. L’obiettivo di questa giornata è sensibilizzare e sostenere l’eliminazione della rabbia a livello globale. Si tratta di un evento pensato per essere inclusivo e unire persone, organizzazioni, istituzioni e tutti gli stakeholders interessati a combattere contro la rabbia.
Il tema della Giornata mondiale di quest’anno è stato Superare le barriere (Breaking Rabies Boundaries), un motivo scelto per sottolineare la necessità di progredire e andare oltre i limiti che impediscono alla comunità globale di raggiungere l’obiettivo Zero by 30, ovvero di arrivare a zero decessi umani per rabbia causati da cani entro il 2030.
Raggiungere quest’obiettivo richiede la realizzazione di attività complesse, che vanno oltre la sola vaccinazione dei cani. In particolare, come suggerisce il tema dell’edizione di quest’anno, occorre supere diverse barriere:
● tra le malattie: affrontare in maniera integrata la lotta alle malattie tropicali neglette;
● tra i settori: adottare un approccio One Health nello studio, nella prevenzione e nel contrasto delle malattie;
● alla vaccinazione umana: favorire l’accessibilità universale al vaccino antirabbico, supportando il lavoro di enti di cooperazione, come per esempio la GAVI Alliance;
● alla vaccinazione dei cani: rimuovere gli ostacoli che impediscono di vaccinare almeno il 70% dei cani nei Paesi in cui la rabbia è endemica, obiettivo delineato dal network di istituzioni sanitarie globali UAR – United Against Rabies;
● alla cooperazione: aumentare in generale la collaborazione tra enti istituzionali, organizzazioni del Terzo settore e soggetti privati a tutti i livelli (locale, nazionale, regionale o internazionale).
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