Animali da Compagnia
15 Febbraio 2022 Dopo un periodo di stasi, le start up attive nel mondo dell’alimentazione animale a base di insetti hanno ripreso a crescere. E guardano al petfood
Nel 2020, le startup che lavorano alla trasformazione delle proteine ottenute dagli insetti per la produzione di mangimi hanno raccolto oltre 500 milioni di euro (in particolare Ynsect, InnovaFeed e Nasekomo). Nel 2021, però, si è registrato un’impasse. Oggi, finalmente, le startup stanno iniziando a raccogliere nuovamente ingenti somme di denaro dall'inizio dell'anno. Come, per esempio, l’allevamento di insetti olandese Protix, che ha raccolto 50 milioni di euro. Questo finanziamento è particolarmente interessante in quanto Protix è uno dei pochi fornitori per altre startup (per l'uomo e il petfood).
E a questo punto, quali scenari si potrebbero aprire? All’orizzonte si comincia a intravedere un forte interesse per il segmento del petfood, un mercato da 95 miliardi di dollari, con margini elevati.
Di recente, infatti, alcune startup hanno raccolto fondi guardando proprio a questo settore. Parliamo della francese Tomojo, che ha raccolto 3 milioni di euro per crescere nei negozi al dettaglio e sviluppare nuovi prodotti, della svedese PetGood, che vuole investire i 2,1 milioni di dollari raccolti per crescere oltre la Svezia, in particolare in Australia e di Ynsect, la startup che ha lanciato una linea di petfood a novembre.
La vera domanda, però, è: quale margine di crescita potrà avere il petfood realizzato con gli insetti, dal momento che dovrà affrontare dei competitor piuttosto aggressivi? Non dimentichiamo infatti che l’alimentazione degli animali domestici sta attirando formulazioni innovative come quelle proposte da imprenditori che si concentrano su alternative a base vegetale (e alimenti per animali domestici vegani) Le aziende che lavorano sugli insetti avranno quindi sicuramente bisogno di nuovi round di denaro per aumentare le loro produzioni. E se i mercati a cui si rivolgono non corrispondono ai potenziali Venture Capital richiesti, dovranno cercarlo altrove. Ecco perché possiamo aspettarci alcune IPO (offerta pubblica iniziale) nei prossimi 24 mesi.
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