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15 Novembre 2022 Dall’animale all’uomo e poi di nuovo all’animale: ecco lo spillback; dall’Organizzazione Mondiale della Salute animale le linee guida per contenere i rischi.
La storia del monekypox ce lo ha insegnato. O meglio, ce lo ha ricordato con la forza dell’attualità. Il salto di specie che porta l’infezione dagli animali agli uomini non è a senso unico: esiste anche l’altra corsia di marcia. E i recenti casi in cui il virus del monekeypox - passato da alcuni roditori all’uomo - si è poi manifestato anche in altre specie animali (contagiati dai loro proprietari) è proprio un caso di scuola. Testimone del fatto che la comparsa e la stabilizzazione di un patogeno negli animali in un territorio dove prima non era presente non è affatto un’ipotesi peregrina. Ignorare i fenomeni di spillback, dunque, può essere facilmente portare alla costituzione di nuovi serbatoi animali di virus e della persistenza della malattia nelle nuove aree “conquistate”. Per questo l’Organizzazione Mondiale della Salute animale (WOAH) ha realizzato delle linea guida utili a limitare il rischio di spillback dall’uomo agli animali selvatici, ai pet e ad altri animali.
Tra i primi passi da compiere, le linee guida elencano il rafforzamento della vigilanza e della comprensione dell’ecosistema del virus. Fondamentale è anche avvalersi di allerta tempestivi con segnalazioni alle autorità competenti. In caso di soggetti umani ad alto rischio, la vaccinazione è sempre consigliata. Nel caso si sospetti di aver contratto l’infezione, è buona norma astenersi dal contatto con esseri umani e con animali. Somma attenzione anche agli accorgimenti di biosicurezza, che comprendono il ricorso ai PPE, un’accurata disinfezione degli ambienti e delle superfici e un corretto smaltimento dei rifiuti potenzialmente contaminati. A maggior ragione queste norme vanno osservate dal personale che lavora a stretto contatto con animali (siano essi selvatici o domestici). Nel caso si sospetti che un proprio animale sia infetto, le linee guida ricordano che esso non deve essere abbandonato o soppresso né che si deve cospargere di disinfettanti o alcool. In chiusura, le linee guida auspicano che si giunga quanto prima all’identificazione delle specie più suscettibili all’infezione e a svolgere il ruolo di serbatoio.
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