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14 Aprile 2025

Pet economy in Italia: boom di servizi e veterinari, +32% nuove attività in 5 anni

Il settore della pet economy si trasforma: calano le imprese di commercio e aumentano i servizi di cura per gli animali domestici. Lombardia, Campania e Lazio guidano la crescita, mentre il Sud si specializza nel commercio al dettaglio

di Redazione Vet33


Pet economy in Italia: boom di servizi e veterinari, +32% nuove attività in 5 anni

In Italia, la pet economy si evolve con numeri in costante crescita. Secondo un’analisi di Unioncamere e InfoCamere, negli ultimi cinque anni il settore ha visto un incremento del 32% nelle attività di cura per animali, mentre i servizi veterinari hanno registrato un boom del +39%. Oggi, quasi 27.000 aziende – secondo la rilevazione – operano nel comparto, con l’attenzione che si è spostata da commercio e allevamento a servizi personalizzati che garantiscono il benessere e la salute degli animali domestici.
 

Numeri in crescita

In tutta Italia, il numero delle aziende che operano nel settore della pet economy è di quasi 27.000, mentre il valore complessivo del mercato è di circa 6,8 miliardi di euro (secondo i dati Ufficio studi Coop 2023), con un trend positivo del +13% annuo nel pet food.
Negli ultimi cinque anni, secondo un’analisi condotta da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di commercio, il numero di imprese che operano nei servizi di cura per animali è cresciuto del 32%, con quasi 1.400 nuove attività.
Per quanto riguarda i servizi veterinari, invece, si assiste a un incremento  del 39,4%, a testimonianza del ruolo sempre più centrale della salute degli animali per gli italiani

I cambiamenti nella distribuzione

Se negli ultimi 10 anni il settore nel suo complesso è rimasto sostanzialmente stabile (+0,05% la variazione delle imprese), dimostrando una notevole capacità di adattamento alle trasformazioni indotte dalla crisi finanziaria e dall’arrivo della pandemia, la vera rivoluzione si è concretizzata nella redistribuzione delle attività.
Analizzando da vicino il business degli animali domestici, ci si accorge che c’è stato un forte spostamento dell’attenzione degli operatori dalla produzione e dal commercio verso i servizi: meno imprese sul lato dell’offerta di cuccioli (-17,5%) e nella vendita di prodotti per animali (-10,6%), più spazio per veterinari e servizi di benessere, attività che quasi raddoppiano rispetto a 10 anni fa (+90,1% tra servizi di toelettatura, pet-sitting e fisioterapia per animali).
In forte calo l’allevamento di conigli (-21,6%), così come le aziende attive nel commercio all’ingrosso di mangimi (-34,3%). Al contrario, il settore produttivo in maggiore crescita è quello degli alimenti per animali domestici (+28% dal 2019), con cibi sempre più personalizzati e di alta qualità.

Le tendenze delle Regioni

Oggetto di studio anche le tendenze territoriali che emergono dai dati. La Lombardia è al primo posto per numero di imprese nel settore (3.860), seguita da Campania (2.871) e Lazio (2.770). Il Veneto è la Regione con più allevamenti di conigli, mentre sempre la Lombardia primeggia nei servizi di cura con oltre 1.000 attività. Il Sud Italia mostra una forte presenza nel commercio al dettaglio, con Campania (1.612) e Sicilia (1.083) in testa per numero di negozi dedicati ai piccoli animali.
Al Nord, complessivamente, si concentra la maggior parte dei servizi di cura, con Lombardia ed Emilia-Romagna che insieme contano quasi 1.600 attività dedicate. Significativo è il caso della Sicilia che, nonostante la contrazione generale del settore, mantiene una posizione di rilievo con 2.191 imprese.

TAG: INFOCAMERE, PET ECONOMY, PET FOOD, UNIONCAMERE

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