Professione
16 Gennaio 2025False ispezioni per ottenere fondi pubblici, animali maltrattati e ricerche falsificate. Coinvolti dirigenti veterinari e docenti dell’Università Magna Graecia. L’inchiesta ha portato agli arresti domiciliari di 11 persone, tra cui l’ex rettore, e 21 avvisi di garanzia
La Guardia di Finanza di Catanzaro ha smascherato un sistema illecito basato su ispezioni pilotate nei laboratori dell’Università Magna Graecia. L’inchiesta ha portato agli arresti domiciliari 11 persone, tra cui l’ex rettore dell’Ateneo e dirigenti veterinari dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp). Le accuse, che includono truffa aggravata ai danni dello Stato, falso, corruzione e maltrattamento di animali, ruotano attorno a un finanziamento pubblico di 2 milioni di euro per progetti di ricerca. Centinaia di cavie sono state maltrattate o sacrificate senza autorizzazione, falsando i risultati scientifici e mettendo in luce gravi irregolarità etiche e legali.
Le operazioni della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno portato all’emissione di 12 misure cautelari nei confronti dei vertici dell’Università Magna Grecia e dei dirigenti dell’Asp di Catanzaro, indagati a vario titolo per associazione a delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamento e uccisione di animali. 11 indagati sono finiti agli arresti domiciliari, mentre per il 12° è stata decisa la sospensione per un anno dall’esercizio delle pubbliche funzioni rivestite in seno all’Asp. Oltre a loro, 21 persone hanno ricevuto un avviso di garanzia.
L’accusa è di aver messo in atto un sistema illecito di favoritismi e ispezioni manipolate nei laboratori dell’Ateneo al fine di accaparrarsi i fondi per la ricerca. Per questo, tra le misure decise dal Gip c’è anche il sequestro preventivo di due stabulari dell’Università, i laboratori scientifici adibiti alla sperimentazione con l’utilizzo di animali per finalità di ricerca, nonché della somma di 23.222,17 euro nei confronti di due indagati, ovvero la cifra a cui ammonterebbe il provento del delitto di truffa ai danni dello Stato.
In particolare, spiega una nota della Guardia di Finanza, dalle indagini preliminari sarebbe emerso un collaudato sistema illecito posto in essere mediante l’esecuzione “pilotata” di visite ispettive svolte dall’A.S.P. presso i laboratori scientifici dell’Ateneo condizionandone i relativi esiti, assicurando in tal modo l’espletamento delle onerose attività progettuali autorizzate dal Ministero della Salute. L’analisi della documentazione, corroborata dagli ulteriori elementi di prova acquisiti, ha consentito di delineare un rapporto di compartecipazione e di reciproci favoritismi sussistenti tra i preposti degli Enti pubblici in gioco.
Dalle investigazioni, inoltre, è emerso che i vari responsabili di progetto di volta in volta nominati hanno fatto ricorso a ingenti fonti di finanziamenti pubblici, per circa 2 milioni di euro, utili alla copertura economica delle varie attività progettuali, costantemente garantite dall’ottenimento dell’attestazione di regolarità rilasciata “illecitamente” dai veterinari dell’A.S.P. preposti alle ispezioni, nonostante le precarie condizioni in cui versavano i laboratori.
Il coinvolgimento dei dirigenti dell’A.S.P. da parte dell’organizzazione criminale si era reso necessario per la presenza nei laboratori scientifici di numerose criticità le quali, ove rilevate, avrebbero comportato l’immediata chiusura, con la conseguente perdita dei fondi erogati per lo svolgimento della ricerca e l’irrogazione di pesanti sanzioni amministrative.
I rapporti corruttivi tra alcuni indagati sarebbero emersi, tra l’altro, nell’ambito della redazione delle graduatorie finali afferenti a specifiche procedure concorsuali presso l’U.M.G., all’esito delle quali veniva dichiarata vincitrice la figlia di uno degli indagati, dirigente dell’A.S.P. di Catanzaro, nonché nel riconoscimento di cospicue somme di denaro – quale prezzo della corruzione – a un veterinario dell’A.S.P. di Catanzaro, in virtù dei numerosi incarichi di docenza illecitamente ottenuti presso l’Ateneo universitario, in cambio del sistematico esito positivo delle visite ispettive dallo stesso svolte presso i laboratori scientifici dell’U.M.G.
Grazie alle attività svolte nei laboratori, invece, diversi docenti dell’Università Magna Graecia di Catanzaro hanno potuto svolgere attività di ricerca con sperimentazione in vivo che costituisce – se ben espletata – un passaggio fondamentale per la validazione delle ipotesi scientifiche. In realtà, le attività sperimentali con animali vivi sono state effettuate, in gran parte, attraverso la violazione delle basilari norme di igiene e benessere animale.
Le indagini, infine, hanno riscontrato l’esistenza di un allevamento abusivo di animali da laboratorio costantemente utilizzato dagli indagati per alimentare le attività di ricerca riscontrando, in taluni casi, ipotesi di maltrattamento degli animali coinvolti nei relativi progetti. Fatto che avrebbe causato da un lato l’uccisione immotivata di animali non autorizzata dal Ministero della Salute.
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