Alert sanitari
14 Gennaio 2025Un nuovo test diagnostico per la carenza di G6PD, prequalificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, permette una gestione sicura delle terapie contro la malaria recidivante, riducendo i rischi di emolisi acuta
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Who) ha prequalificato il primo test diagnostico per la carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD), una condizione genetica che colpisce oltre 500 milioni di persone. Questo traguardo segna un passo fondamentale nella lotta contro la Malaria da Plasmodium vivax (P. vivax), permettendo di somministrare in sicurezza le terapie raccomandate per prevenire le recidive dell’infezione. La carenza di G6PD, spesso asintomatica, può infatti portare a emolisi acuta in caso di trattamento con specifici farmaci anti-malarici, rendendo indispensabili test affidabili e accessibili per garantire cure sicure.
La Who ha dato il via libera alla prequalifica del primo test diagnostico per la carenza di G6PD, un passo cruciale per garantire trattamenti sicuri contro la malaria da P. vivax. Questa prequalificazione segue l’approvazione, a inizio dicembre, di due nuovi farmaci a base di tafenoquina per il trattamento delle recidive di malaria da P. vivax, inclusi nelle linee guida aggiornate della Who sulla malaria pubblicate a fine novembre.
La prequalificazione del test rappresenta un importante traguardo nel trattamento sicuro ed efficace della malaria da P. vivax e ribadisce l’impegno dell’Organizzazione a garantire un accesso equo a soluzioni salvavita in tutto il mondo.
La malaria da P. vivax è endemica in tutte le regioni, ad eccezione dell’Europa, con una stima di circa 9,2 milioni di casi clinici stimati nel 2023 e circa 500.000 morti ogni anno, la maggior parte delle quali riguarda bambini. P. vivax è il parassita della malaria dominante nella maggior parte dei Paesi al di fuori dell’Africa subsahariana.
La carenza di G6PD è una condizione genetica che colpisce oltre 500 milioni di persone, con molti individui che non ne sono consapevoli perché solitamente asintomatica. Tuttavia, alcuni farmaci somministrati per prevenire le recidive da malaria P. vivax possono provocare emolisi acuta – la distruzione dei globuli rossi – in questi pazienti. Senza test affidabili e accessibili per la G6PD, è difficile garantire trattamenti anti-ricadute sicuri, limitando l’uso diffuso di terapie efficaci.
“La prequalifica di questo test enzimatico per i pazienti con malaria da P. vivax aiuterà i Paesi a migliorare l’accesso a test di qualità certificata, permettendo trattamenti e una prevenzione sicuri ed efficaci per questo tipo di malaria recidivante” ha dichiarato la dottoressa Yukiko Nakatani, Direttore Generale Aggiunto della Who per l’Accesso ai Medicinali e ai Prodotti sanitari.
Anche il dottor Daniel Ngamije Madandi, Direttore del Programma Globale per la Malaria dell’Organizzazione, ha sottolineato l’importanza del test: “Una maggiore disponibilità di questo strumento può rafforzare la risposta globale alla malaria, riducendo il numero di infezioni da P. vivax dovute a recidive e, di conseguenza, la trasmissione”.
CITATI: DANIEL NGAMIJE MADANDI, YUKIKO NAKATANISe l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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