Alert sanitari
29 Febbraio 2024 Dopo il Brasile, la Dengue si sta sempre più diffondendo in Perù, a partire dal nord del Paese, dove gli ospedali sono in emergenza. Crescono i numeri anche in Argentina e Messico, mentre l’Italia intensifica i controlli
Dopo il Brasile, che ha quasi registrato un milione di casi dall’inizio dell’anno, lunedì 26 gennaio il Perù ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria in 20 regioni su 25. Mentre in Argentina crescono i contagi, il Messico affronta numeri cinque volte maggiori rispetto al 2023.
La situazione in Sudamerica
In Brasile, dall’inizio del 2024, si è registrato quasi un milione di casi, di cui 7.771 considerati gravi. I numeri sono alti anche in Argentina e in Messico. In Perù, invece, i casi totali sono saliti a 31.300 nelle prime otto settimane dell’anno (rispetto ai quasi 25mila delle prime sette) e i decessi sono stati 32. Il Governo peruviano ha approvato lunedì la mozione per dichiarare un’emergenza sanitaria, mentre il Ministro della Salute César Vásquez ha dichiarato ai giornalisti che l’epidemia di dengue è ormai “imminente”.
“Ci sono 20 regioni (su 25) che saranno dichiarate in emergenza sanitaria a causa della dengue” ha affermato il Ministro durante un’intervista a una stazione radio locale. “Marzo e aprile, almeno nei primi 15 giorni, saranno i mesi più difficili”.
La dichiarazione di emergenza aumenta le risorse destinate agli operatori sanitari nelle aree colpite. Inoltre, rispetto a un anno fa, è stata aumentata la formazione del personale sanitario di primo livello, così da individuare preventivamente i casi.
“Sono aumentati molto i casi, ma non i decessi” ha precisato Vásquez. “Ci sono Paesi come il Brasile, l’Argentina e il Paraguay che si trovano in una situazione più complessa della nostra”.
Per contrastare la diffusione delle zanzare, sono state individuate squadre di fumigazione che entreranno nelle case e si sta procedendo a organizzare campagne di informazione per la popolazione. Inoltre, verranno usati droni per identificare i luoghi con acqua stagnante, dove potrebbero annidarsi e proliferare gli insetti vettori. Ai comuni più colpiti, in base alle necessità rilevate, verranno trasferite risorse per il contrasto dell’epidemia.
I controlli in Italia
Dal 14 febbraio in Italia è stato alzato il livello di sorveglianza, dopo la circolare firmata dalla direzione Prevenzione del Ministero della Salute, con l’indicazione agli Uffici di sanità marittima aerea e di frontiera (Usmaf-Sasn) di controllare i mezzi e le merci in arrivo dai Paesi dove il rischio Dengue è alto o endemico.
In due settimane sono stati portati a termini i primi controlli che hanno come obiettivo la prevenzione dell’importazione di zanzare infette, anche perché – come spiega Massimo Andreoni, Direttore scientifico della Simit (Società italiana di Malattie infettive e tropicali – la malattia “si sta adattando al clima italiano e dobbiamo aspettarci di avere anche quest’anno casi autoctoni e non solo d’importazione”.
L’Unità territoriale (Ut) dell’Usmaf di Roma-Fiumicino ha eseguito almeno 16 vigilanze per la verifica della presenza a bordo del “certificato di disinsettazione residua” sugli aerei provenienti da Argentina, Cina, Messico, Brasile, Maldive, Etiopia. A seguito delle vigilanze eseguite, sono state emesse disposizioni/prescrizioni a cui alcune compagnie aeree (Ethiopian Airlines, Air China, China Easterne SichuanAirlines) devono ottemperare entro una tempistica definita. Inoltre, sono state effettuate verifiche documentali sui certificati di disinsettazione residua per gli aeromobili della flotta di Singapore Airlines e sono state acquisite agli atti d’ufficio dichiarazioni di esenzione alla disinsettazione residua dalle compagnie aeree DanAir e EthiadAirways.
Per quanto riguarda l’Usmaf-Sasn Puglia, Calabria e Basilicata, è stata eseguita un’ispezione all’aeroporto di Bari, e contestualmente gli operatori hanno inviato ai gestori di aeroporti e porti i nuovi poster specifici per la Dengue, per l’affissione nei punti Più sensibili.
L’Usmaf-Sasn Lazio, Marche, Abruzzo, Umbria e Molise ha svolto attività di vigilanza su due navi a Catania: una nave di linea proveniente da Tunisi, in relazione al possibile trasporto di merci dall’Africa, e la nave Neptune Ithaki, un cargo portamacchine proveniente sempre da Tunisi, che tra gli ultimi 10 porti aveva toccato anche Maderia e Limassol. In entrambi i casi, dalla documentazione e dall’attività ispettiva non sono emerse particolari criticità.
L’Usmaf-Sans Liguria ha iniziato anch’essa un lavoro di sensibilizzazione con informative e indicazioni per gli addetti ai lavori, mentre gli operatori hanno effettuato attività di vigilanza documentale su imbarcazioni, aeromobili e fisicamente su sedime portuale. Nello specifico, l’Ut di Imperia ha eseguito ispezioni sul sedime portuale e riferito un riscontro negativo da parte dell’Istituto zooprofilattico sperimentale (Izs). L’Ut di Savona ha valutato la trappola presente nel porto di Vado Ligure e riferito il riscontro negativo da parte dell’Izs. L’Ut di Genova ha acquisito e valutato la documentazione inerente di due voli aerei e valutato un documento di disinsettazione residua in corso di validità su un aereo commerciale. Infine, l’Ut di La Spezia ha dato eseguito alla richiesta di disinsettazione e disinfettazione straordinaria del porto commerciale da parte dell’AdSP del Mar Ligure Orientale.
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