Cani
26 Gennaio 2024 Dopo anni di battaglie animaliste, il Parlamento della Corea del Sud ha approvato un disegno di legge per mettere al bando l’allevamento, la macellazione e la vendita di cani per fini alimentari
Con 208 voti favorevoli, 2 astensioni e nessun contrario, l’Assemblea Nazionale della Corea del Sud ha approvato una legge che segna una svolta epocale: il divieto di produzione e consumo della carne di cane. Una pratica radicata nella cultura gastronomica del Paese, che gli attivisti per i diritti degli animali contestavano da tempo in quanto crudele e lesiva della dignità animale.
La svolta
Il testo normativo, che diverrà effettivo dopo la firma presidenziale, prevede pene severe per chi infrange il bando: fino a 2 anni di reclusione e una multa equivalente a circa 14.000 euro per l’allevamento o la vendita a scopo alimentare; addirittura 3 anni e 21.000 euro per l’uccisione di cani destinati alla filiera produttiva.
Le nuove norme concedono un periodo transitorio di 3 anni per lo smaltimento delle scorte e la riconversione di allevamenti e mattatoi. In questa fase, lo Stato garantirà assistenza economica e tecnica agli operatori del settore, per accompagnarli verso attività alternative.
Con l’approvazione del divieto, la Corea del Sud si aggiunge alla lista di Paesi asiatici dog meat free, tra cui Hong Kong, Taiwan, Filippine, India e Thailandia. Una svolta che rispecchia l’evoluzione culturale della società sudcoreana, con la maggior parte dei cittadini che già rifiutava tale consumo e il crescente numero di proprietari di cani come animali domestici.
La legge ha ricevuto ampio sostegno bipartisan ed è stata fortemente voluta dalla first lady Kim Keon-Hee, da sempre impegnata sul fronte del benessere e dei diritti degli animali. Proprio la tutela di questi ultimi è esplicitamente menzionata tra le finalità del provvedimento, a testimonianza di una nuova coscienza nei confronti degli animali non umani.
Le obiezioni
Non mancano però le resistenze. Secondo recenti sondaggi, un sudcoreano su tre è ancora contrario al divieto. Soprattutto, la legge ha scatenato le proteste degli operatori del settore, preoccupati per le ricadute economiche della messa al bando. Alcuni allevatori minacciano addirittura un ricorso alla Corte Costituzionale, denunciando una violazione della libertà imprenditoriale.
Un traguardo storico
In ogni caso, con l’approvazione del bando si compie un passo storico, che gli attivisti per i diritti animali auspicavano da decenni. Come dichiarato da JungAh Chae, Direttore di Humane Society International Korea, “non avrei mai pensato di vedere in vita mia il divieto su questa crudele industria. È una vittoria che testimonia la passione e determinazione del movimento animalista”.
Dopo quasi 75 anni dalla fine della Guerra di Corea, che rese popolare il consumo di carne canina per fame e povertà, il Paese esce quindi da una pagina controversa della sua cultura gastronomica. Una svolta che ci si augura ispiri altre nazioni in cui questa pratica è ancora diffusa, ponendo fine ad una filiera di sofferenza per gli animali coinvolti.
A cura di Francesca Innocenzi
CITATI: JUNGAH CHAE, KIM KEON-HEESe l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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