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17 Gennaio 2024 L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha confermato ufficialmente che il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, con un enorme margine. Ma il 2024 potrebbe superarlo
La temperatura media annua globale si è avvicinata a 1,5° C al di sopra dei livelli preindustriali. È un dato significativo, perché l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici si pone l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura a lungo termine (mediato su decenni e non su un singolo anno) a non più di 1,5° C al di sopra dei livelli preindustriali.
Le temperature rilevate
Sei dei principali dataset internazionali utilizzati per il monitoraggio delle temperature globali, consolidati dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo, World Meteorological Organization), mostrano che nel 2023 la temperatura media annuale globale è stata di 1,45 ± 0,12 °C superiore ai livelli preindustriali (1850-1900). Le temperature globali in ogni mese tra giugno e dicembre hanno stabilito nuovi record mensili. Luglio e agosto sono stati i due mesi più caldi mai registrati.
“Il cambiamento climatico è la sfida più grande che l’umanità deve affrontare. Sta colpendo tutti noi, soprattutto i più vulnerabili” ha dichiarato la prof.ssa Celeste Saulo, Segretario generale dell’organizzazione. “Non possiamo permetterci di aspettare ancora. Stiamo già agendo, ma dobbiamo fare di più e in fretta. Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e accelerare la transizione verso le fonti di energia rinnovabili”.
A partire dagli anni Ottanta, ogni decennio è stato più caldo del precedente. Gli ultimi nove anni sono stati i più caldi mai registrati. Gli anni 2016 e 2020 erano stati precedentemente classificati come i più caldi mai registrati, con 1,29 ±0,12°C e 1,27 ±0,12°C al di sopra dell’era preindustriale. Sulla base dei sei set di dati analizzati, la media decennale 2014-2023 è stata di 1,20 ±0,12°C al di sopra della media 1850-1900, tenendo conto di un margine di incertezza.
“Le azioni dell'umanità stanno bruciando la terra. Il 2023 è stata solo un’anteprima del futuro catastrofico che ci attende se non agiamo ora. Dobbiamo rispondere all’aumento record della temperatura con azioni più innovative” ha affermato António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite. “Possiamo ancora evitare la peggiore catastrofe climatica. Ma solo se agiamo con l’ambizione necessaria per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius e garantire la giustizia climatica”.
I dati analizzati
Il monitoraggio a lungo termine delle temperature globali è solo un indicatore del clima e dei cambiamenti in altri. Gli indicatori più importanti includono le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera, il calore e l’acidificazione degli oceani, il livello del mare, l’estensione del ghiaccio marino e il bilancio di massa dei ghiacciai.
Il rapporto provvisorio sullo stato del clima globale nel 2023, pubblicato dalla Wmo il 30 novembre, ha mostrato che i record sono stati battuti su tutta la linea. Le temperature della superficie del mare sono state eccezionalmente elevate per gran parte dell’anno, accompagnate da gravi ondate di caldo marino. Inoltre, si è registrata la più bassa estensione del ghiaccio marino antartico di sempre. Nel 2023, il caldo estremo ha avuto un impatto negativo sulla salute e ha contribuito ad alimentare incendi devastanti. Le intense piogge, le inondazioni e il rapido intensificarsi dei cicloni tropicali hanno lasciato una scia di distruzione, morte ed enormi perdite economiche.
La Wmo utilizza dati climatologici provenienti da siti di osservazione, navi e boe nelle reti marine globali, sviluppati e gestiti dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) degli Stati Uniti, dal Goddard Institute for Space Studies (Giss), dal Met Office Hadley Centre del Regno Unito, dalla Climatic Research Unit dell’Università dell’East Anglia (HadCRUT) e dal gruppo Berkeley Earth. Inoltre, sono rianalizzati anche i dati del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf) e del servizio Copernicus sui cambiamenti climatici, oltra a quelli dell’Agenzia meteorologica giapponese (Jma).
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