Professione
14 Novembre 2023 A causa dei tagli annunciati nella legge di bilancio, prosegue il confronto tra Sindacati e Governo. Dopo un incontro tra Intersindacale e Ministro della Salute nel pomeriggio di lunedì, resta indetto lo sciopero del 5 dicembre
A seguito della richiesta di un incontro urgente per verificare le intenzioni del Governo sulla Legge di bilancio, sul personale sanitario e sul complesso e delicato equilibrio del Servizio Sanitario Nazionale, le organizzazioni dell’Intersindacale Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari del Ssn che hanno proclamato lo stato di agitazione della categoria, sono state convocate alle ore 15.00 di lunedì 13 novembre dal Ministro della Salute Orazio Schillaci.
Presenti all’incontro:
Prima di confrontarsi col Ministro, l’Intersindacale si è così espressa in una nota: “Riteniamo l’incontro di oggi col Governo rappresentato dal Ministro della salute importante e decisivo. Le nostre richieste attendono risposte, senza le quali il conflitto non può che inasprirsi”.
L’incontro
Il tavolo di confronto, però, non ha portato a un superamento delle tensioni, le risposte ottenute dal Governo sono state ritenute insufficienti e la mobilitazione prosegue. Nonostante l’apprezzamento per la disponibilità mostrata dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, l’Intersindacale dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari si è detta unita e continua a chiedere che la Legge di bilancio proposta dal Governo sia emendata.
“Il Ssn, per restare pubblico e universale, ha bisogno di interventi strutturali urgenti di tipo organizzativo e finanziario, sia per l’assistenza territoriale sia per quella ospedaliera” ha dichiarato l’Intersindacale in una nota congiunta.
“Sblocco del tetto imposto da anni sulla spesa del personale, piano assunzionale straordinario, stabilizzazione dei precari, riforma della formazione e contratto formazione-lavoro, finanziamento adeguato dei contratti e dell’indennità di specificità professionale, defiscalizzazione del salario accessorio, corresponsione TFS come il TFR con assegno unico e non a rate ritardate, nonché abolizione di tutte le penalizzazioni pensionistiche della Manovra 2024” sono le richieste avanzate dai sindacati.
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