Bovini
09 Maggio 2025Uno studio rivela l’impatto dello stress da caldo su benessere, salute e produttività delle bovine da latte, proponendo nuovi indicatori comportamentali per una gestione più efficace negli allevamenti
Lo stress da caldo rappresenta una delle sfide più complesse per l’allevamento bovino moderno, con ricadute significative sul benessere degli animali e sulla loro produttività, tanto che è uno dei fenomeni più studiati negli ultimi anni. Un recente studio, condotto su tre allevamenti di bovine da latte tra la fine dell’inverno e l’inizio dell’autunno, ha approfondito l’utilizzo di nuovi indicatori comportamentali, come il tempo trascorso in piedi o a ruminare, per rilevare precocemente questa condizione critica. I risultati offrono nuove prospettive per migliorare la gestione aziendale, favorendo l’introduzione di sistemi di monitoraggio automatico più precisi ed efficaci.
Le condizioni di caldo e umidità nella stalla possono causare stress da calore, una delle principali preoccupazioni per il benessere delle bovine da latte. È noto che lo stress da caldo riduce la produzione di latte e aumenta il rischio di problemi di salute e di abbattimento. Per questo, non è solo un problema etico ma anche economico. La temperatura e l’umidità sono generalmente riconosciute tra i principali fattori determinanti, con la conseguente adozione diffusa dell’indice di temperatura-umidità (THI) come indicatore. Tuttavia, anche altri parametri ambientali, come la radiazione solare e la velocità del vento, giocano un ruolo significativo nel determinare la gravità dello stress da calore.
Per un’efficace strategia di gestione dello stress da calore, è essenziale una diagnosi precoce. Mentre molti allevamenti monitorano la temperatura e l’umidità nella stalla per adottare strategie di raffreddamento quando le condizioni diventano troppo calde, gli indicatori basati sugli animali, come il comportamento delle vacche, consentirebbero un monitoraggio più accurato del carico di calore sperimentato dalle singole vacche. Ad esempio, le vacche sottoposte a stress da calore riducono il tempo trascorso sdraiate, a mangiare e a ruminare e aumentano il tempo trascorso in piedi.
Nel campo dell’allevamento di precisione (PLF) sono state sviluppate molte tecniche, soprattutto quelle basate su accelerometri triassiali, per misurare il comportamento delle singole vacche in modo automatico e continuo. Il monitoraggio dello stress da calore, tuttavia, richiede l’uso di diversi indicatori specifici che permettano di distinguerlo da altri problemi. Infatti, sebbene sia stato dimostrato un chiaro effetto negativo dello stress da caldo sul tempo di riposo, tale riduzione potrebbe essere causata anche dalla mastite. Pertanto, è ancora necessario identificare ulteriori indicatori per osservare un profilo comportamentale dettagliato durante i periodi di stress da calore, che dovrebbe essere distinguibile dai profili comportamentali causati da altre minacce al benessere.
La risposta comportamentale, inoltre, dipende da molti fattori, tra cui la razza della vacca, la zona geografica e le condizioni di stabulazione. In particolare, la struttura della stalla e la gestione dell’allevamento possono avere effetti considerevoli sul comportamento delle vacche, così come sul loro cambiamento in risposta alle condizioni climatiche di caldo. Alcuni elementi strutturali, come l’ombreggiatura e la presenza di ventilazione forzata, possono ridurre l’effetto negativo dello stress da caldo sul comportamento di coricamento e le strategie di gestione, come l’alimentazione notturna, possono determinare un aumento dell’assunzione di mangime in condizioni di stress da caldo. Per comprendere meglio il profilo comportamentale generale durante lo stress da caldo e per tenere conto delle variazioni tra aziende, è importante studiarne l’aspetto in aziende diverse e controllare le risposte specifiche dell’azienda.
La riduzione del tempo di riposo al di sotto della soglia raccomandata di 10-12 ore al giorno è associata a un aumento del rischio di zoppia e di malattie. Inoltre, la riduzione del riposo può influire anche su ruminare e dormire. È noto che in condizioni climatiche calde le vacche passano dalla posizione sdraiata a quella eretta per migliorare il raffreddamento convettivo, ma non è ancora chiaro come ciò influisca sul tempo di ruminazione e di riposo in entrambe le posizioni. Inoltre, lo stress da caldo influisce anche sull’attività fisica delle vacche, che è strettamente legata alla produzione di calore, al dispendio energetico e alla riduzione della produzione di latte.
Tuttavia, i risultati precedenti sono contraddittori per quanto riguarda la direzione dell’effetto. Ciò può essere dovuto alla natura complessa dell’attività fisica, che è il risultato di molti tipi diversi di movimento. Da un lato, le vacche possono ridurre le attività che generano calore come l’alimentazione, gli spostamenti e le interazioni sociali per evitare un sovraccarico termico; dall’altro, i passi e gli altri movimenti possono aumentare a causa dell’aumento dello stress, dell’irrequietezza, degli eventi aggressivi e delle visite all’abbeveratoio. È necessaria un’analisi dettagliata dell’effetto dello stress da caldo sull’attività fisica.
Lo studio ha rilevato che in diversi allevamenti le condizioni climatiche calde determinano costantemente un aumento del tempo trascorso in piedi e a ruminare, e una riduzione del tempo trascorso a mangiare, dell’accelerazione corporea dinamica complessiva (ODBA) media e della produzione di latte, mentre gli effetti su altri comportamenti, come il riposo, non sono coerenti.
L’aumento del tempo trascorso in piedi è stato associato principalmente al passaggio dalla posizione sdraiata a quella eretta durante la ruminazione, ma servono ulteriori ricerche su questo comportamento e sul suo possibile utilizzo come indicatore di stress da caldo. Inoltre, i risultati dimostrano che l’effetto delle condizioni climatiche calde sull’attività fisica (ODBA media) è complesso e varia tra i vari comportamenti, il che significa che tali fattori dovrebbero essere considerati quando si interpreta l’attività come indicatore di stress da caldo.
La scoperta che l’attività in posizione di riposo aumenta già alle categorie THI più basse suggerisce il suo potenziale come indicatore precoce di stress da caldo e getta nuova luce sugli effetti negativi dello stress da caldo sul comportamento a riposo delle vacche. Nel complesso, lo studio ha fornito nuove informazioni sull’idoneità di indicatori comportamentali noti e nuovi di stress da calore nelle bovine da latte, che potrebbero essere integrati in sistemi di monitoraggio automatico per migliorare l’individuazione precoce in diversi contesti aziendali.
TAG: ALLEVAMENTO DI PRECISIONE, BOVINE DA LATTE, STRESS DA CALDOSe l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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