Gatti
16 Ottobre 2023 Uno studio evidenzia che l’età avanzata dei felini porta con sé instabilità dell’equilibrio di ferro e zinco, offrendo così nuove prospettive di ricerca per le patologie neurodegenerative
Il cervello invecchiato è strettamente associato a diverse alterazioni funzionali e morfologiche, tra cui disomeostasi dei metalli e altri accumuli, che causano lesioni neuronali. Lo rivela un recente studio su un gruppo di gatti pubblicato da Brain Science.
I risultati dello studio
Uno studio pubblicato su Brain Science ha analizzato 27 gatti suddivisi per classi di età, rilevando alterazioni come la neurofagia, la satellitosi e la cromatolisi, dimostratesi più severe negli animali geriatrici (oltre i 17 anni).
Le perdite neuronali sono avvenute in varie parti dell’encefalo, ma nel cervelletto hanno colpito in prevalenza i neuroni di Purkinue e le cellule di tipo Golgi II.
A livello istopatologico sono stati esaminate sezioni di tessuto provenienti dalla materia grigia (GM) e bianca (WM) temporale e frontale, dall’ippocampo, dal talamo, dallo striato, dal cervelletto e dal nucleo dentato.
Per quanto riguarda l’accumulo di ferro nel cervello, attraverso il metodo di colorazione Perl’s/DAB modificato, sono state evidenziate due tipi di placche di ferro correlate all’età, sia nella GM e WM temporale e nel talamo, sia nella mielina cerebellare. Sullo zinco, sebbene i livelli fossero più elevati nel gruppo Mature e Senior, l’incremento non è sempre risultato correlato all’età.
Parallelamente, la concentrazione delle metalloproteine MT-I/II, direttamente coinvolte nella legatura dei metalli, così come dei depositi intra ed extracellulari della Betaamiloide Aβ, è risultata elevata e statisticamente correlata all’avanzare dell’età. Questi ultimi, da sempre ritenuti espressioni dei neuroni, sono stati invece ritrovati anche all’interno degli astrociti.
Conclusione
In sintesi, la ricerca sottolinea l’importanza dei gatti come potenziali modelli animali naturali per lo studio dell’invecchiamento cerebrale e delle malattie neurodegenerative.
A cura di Francesca Innocenzi
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