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Animali da Compagnia

28 Luglio 2022

Mangimi complementari, non è ancora boom. L'indagine

Nonostante la crescita globale del segmento, nel nostro Paese solo un terzo dei proprietari sceglie oggi di acquistare mangimi complementari.


Mangimi complementari, non è ancora boom. L'indagine

Di certo, per questa tipologia di prodotti l’onomastica non difetta. Sono infatti comunemente conosciuti come mangimi complementari, ma c’è chi preferisce definirli alimenti complementari, oppure anche integratori o anche petfood supplements. Il loro ruolo (tanto in umana quanto in veterinaria) è quello di integrare sostanze indispensabili per la salute che vanno necessariamente aggiunte alla dieta, poiché l’organismo non è in grado di sintetizzarle. Hanno quindi una funzione specifica, come per esempio quella degli Omega3 e degli Omega6 per la salute della cute o della Glucosamina per la salute osteoarticolare.  A livello mondiale, stando ai dati del National Animal Supplement Council, il mercato di integratori per animali è cresciuto notevolmente nel periodo di pandemia, si stima infatti che possa aver raggiunto nel 2020 un valore compreso tra i 200 e i 300 milioni di dollari.

E in Italia? Qual è la percezione che nel nostro Paese si ha del valore intrinseco di questi prodotti e delle sue performance in ambito veterinario? Per delineare uno scenario, è stata realizzata un’indagine dal Permanent Pet Watch, che ha quindi approfondito il tema dei consumi di questo tipo di alimenti complementari utili per il benessere dei pet, coinvolgendo un panel di proprietari (80% dei rispondenti è donna) di cani (58%) e gatti (64%).  

Per quanto attiene alle patologie più temute, il sondaggio ha evidenziato che i proprietari di gatti sono più preoccupati per i problemi alle vie urinarie e renali (59%) mentre quelli di cani per quelli osteoarticolari (41%), della salute di denti e bocca (42%) e digestivi (38%). Ben equilibrata, inoltre, tra i proprietari delle due specie, la preoccupazione relativa a problemi intestinali (48% gatti e 48% cani). Su stress (19%) e boli di pelo (16%), invece, i pet parent hanno mostrato meno ansia.

Questi dati in che misura influiscono sulle scelte di alimentazione dei pet? Il sondaggio ci dice che il 32% dei proprietari acquista i pet supplement. Con una prevalenza dei proprietari dei cani: il 34% di essi acquista infatti mangimi complementari, a fronte di un più modesto 26% tra i proprietari dei gatti.

A prescindere da queste differenze tra specie, il secondo dato su cui riflettere è l’altra faccia della medaglia: il 68% dei proprietari non acquista integratori per i propri animali.

E questo perché, nella maggior parte dei casi, sono certi che sia sufficiente utilizzare un alimento completo i cui ingredienti funzionali possono contribuire a prevenire la complicazione (renale, osteoarticolare, orale, digestiva) nel pet.

A veterinari e produttori, rimane dunque una platea ancora ampia da raggiungere.

TAG: MANGIMI COMPLEMENTARI, PERMANENT PET WATCH

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