Animali da Reddito
09 Giugno 2022Mangimi alla riscossa: per avicoltura, suini e bovini il 2021 ha fatto registrare performance importanti. Bene anche il pet food. Arrancano un po’ le produzioni di alimenti per equini, conigli e tacchini.
Nonostante i gravissimi effetti prodotti della crisi pandemica, a cui si è aggiunto il conflitto tra Ucraina e Russia, l’industria mangimistica italiana conferma il suo ruolo di primo piano all’interno del panorama agro-zootecnico-alimentare. Infatti, pur in presenza di enormi difficoltà il settore è stato in grado di aumentare i volumi prodotti e di soddisfare il fabbisogno alimentare del Paese: parola di Michele Liverini, presidente reggente di ASSALZOO. E i dati diffusi dall’Associazione in occasione dell’assemblea annuale tenutasi a Bologna sono lì a confermarlo. Si evidenziano infatti aumenti generalizzati nella produzione di mangimi composti per quasi tutte le principali specie animali, fatta eccezione per tacchini, conigli ed equini. Nel 2021 la performance migliore è appannaggio dell’alimentazione dei volatili con aumenti tra il 6% e l’8%.
“Il notevole incremento produttivo fatto registrare dalla mangimistica nel 2021 riguarda non solo gli avicoli ma anche i suini e i bovini. Una conferma, rispetto allo scorso anno, della dinamicità del settore nonostante la difficile congiuntura”, sottolinea Liverini.
Avicoltura
Conferma dunque la propria solidità il canale produttivo dell’avicoltura, uno dei comparti che meno ha sofferto per la crisi correlata al Covid. Il livello di output per i volatili è cresciuto del 5% – dopo il +1,6% dello scorso anno – passando da 6.070.000 a 6.372.000 tonnellate. Un dato certamente positivo, se si considera che l’avicoltura rappresenta il 40% del totale della produzione di alimenti per animali in Italia. In dettaglio, tutte le singole specie avicole hanno visto crescere il volume di prodotto: polli da carne (+6,1%), galline ovaiole (+7,1%) e altri volatili (+7,7%). Unica eccezione la categoria dei tacchini, in riduzione sensibile (-3,7%). In proposito va evidenziato che si tratta di un risultato che sarebbe potuto risultare ancora superiore se il comparto avicolo non avesse dovuto fronteggiare l’influenza aviaria che ha determinato l’abbattimento di quasi 15 milioni di capi.
Suini e bovini
Bene anche la produzione per suini e bovini. Nei dodici mesi del 2021 la suinicoltura ha intercettato 4,1 milioni di tonnellate di mangimi (erano 3.977.000 t nel 2020; +3,1%). Il comparto dei bovini, destinatario di oltre il 23% della produzione totale di alimenti per animali, registra 3.659.000 tonnellate di mangimi con un rialzo del 3,8%. Nel dettaglio, le vacche da latte vedono il maggior incremento (+3,9%), seguite dai bovini da carne (+3,8%) e dai bufali (+2%).
Gli altri settori
Dopo due anni di decrescita, torna con il segno positivo il settore dell’acquacoltura. Il lieve aumento è di 0,8%, grazie alla produzione di 131.000 tonnellate rispetto alle 130.000 tonnellate del 2020. Tra gli altri animali prosegue la performance negativa degli equini, a -1,8%.
Drastico calo per i conigli: -6,8%.
Bene invece gli ovini con un guadagno produttivo dell’1%.
Infine, +3,6% è stato segnato anche dal pet-food.
La produzione a valore
Anche il fatturato ha fatto registrare un considerevole rialzo. Il giro di affari del comparto in Italia sfiora adesso i 9,7 miliardi di euro (+21%) di cui 6,5 miliardi per i mangimi, 1,1 miliardi per le premiscele e 2 miliardi per il pet-food, tutti valori in crescita rispetto al 2020. A spingerlo in alto, però, non è stato un aumento ma l’impennata dei prezzi alla produzione (+42% vs 2020). Non siamo quindi davanti a una maggiore marginalità. Anzi. Di questo passo, purtroppo, il settore sarà costretto a doverli riversare a valle per non mettere in pericolo la propria sopravvivenza.
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