Sostenibilità
05 Aprile 2023 La Commissione europea pubblica le statistiche relative alla sperimentazione animale a fini scientifici. Il commento di Cruelty Free Europe.
La pubblicazione delle statistiche dell'UE sulla sperimentazione animale per il 2020 accende la miccia, evidenziando come, in tema di tutela e protezione, si sia ancora ben lontani dalla meta.
Così l’Ong Cruelty Free Europe, leggendo il documento della Commissione, scende in campo per chiedere maggiori sforzi per sostituire gli animali nei laboratori europei.
Infatti, nonostante la crescente opposizione pubblica e politica agli esperimenti sugli animali in Europa nel 2020 gli animali utilizzati nei test dei laboratori dei 27 Stati membri dell'UE (con l’aggiunta della Norvegia) sono stati 7,9 milioni. Un dato in leggero calo (-7,5%) rispetto al 2029, ma attribuibile essenzialmente al blocco di molte attività a causa della pandemia.
Ma che impatto hanno avuto questi utilizzi sugli animali? Il 46% ha causato sofferenze moderate (2.627.477) o gravi (733.456) agli animali coinvolti, con un aumento dell'1% rispetto al 2019. Quanto alle specie coinvolte si nota un aumento significativo del ricorso ai criceti, (+ 69%), ai cavalli (+74%) e ai gatti (+11%). Dopo l'uscita del Regno Unito dall'UE, la maggior parte dei test sono stati effettuati in Germania (1.897.640), Francia (1.643.787) e Spagna (732.831). Tra le pratiche crudeli cui si è continuato a far ricorso, emerge quella dell’ascite del topo per la produzione di anticorpi. E questo nonostante sia fattibile oggi ricorrere a metodi alternativi e meno dolorosi. E non basta: è aumentato anche il ricorso a test che provocano irritazione della pelle (+28%) e irritazione oculare (+7%). Ridurre il più possibile la sperimentazione sugli animali trova oggi un ostacolo nel progetto che vede l’UE impegnata a pianificare una gestione sicura delle sostanze chimiche (REACH). In questa valutazione la sperimentazione animale svolge infatti un ruolo importante, in quanto non sempre le evidenze ricavate da una sperimentazione in vitro/ex vivo danno i riscontri sperati.
Leggendo questi dati, Michelle Thew, amministratore delegato di Cruelty Free Europe, ha commentato: "I numeri dell'UE per il 2020 mostrano che è necessario fare molto di più per porre fine all'uso crudele degli animali nella ricerca e nella sperimentazione. Nonostante i grandi progressi compiuti nello sviluppo di metodi di sperimentazione non animale e il chiaro desiderio sia del Parlamento europeo che dei cittadini degli Stati membri dell'UE, queste cifre sottolineano l'urgente necessità di un cambiamento.
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