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Animali da Compagnia

18 Ottobre 2024

Benessere animale nei canili: emergenza nel Sud Italia, rischio speculazioni economiche

Oltre 100.000 cani (80% del totale) sono ospitati in canili sovraffollati nelle regioni del Sud Italia. Una conferenza stampa alla Camera dei Deputati svela i numeri dell’illegalità, gli sprechi pubblici e il rischio di zoomafia legati alla gestione dei canili

di Redazione Vet33


Benessere animale nei canili: emergenza nel Sud Italia, rischio speculazioni economiche

Attualmente oltre 100.000 cani sono ospitati nei canili italiani di 5 Regioni del Sud Italia (Puglia, Sardegna, Sicilia, Calabria e Campania), con problemi di gestione, sovraffollamento degli animali e possibili risvolti speculativi. È quanto emerso dalla conferenza stampa del 17 ottobre 2024, indetta a Roma nella sala stampa della Camera dei Deputati dal Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato  Il benessere animale nei canili –, durante la quale sono stati presentati i risultati di un’indagine condotta dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute (Nas) su canili e gattili, strutture ricettive, allevamenti e centri di addestramento, negozi di animali e pet food di tutto il territorio nazionale.
 

Il punto della situazione 

“Dai dati del Sistema di identificazione nazionale degli animali da compagnia (SINAC) del Ministero della Salute, di cui ho siglato l’istituzione lo scorso anno – ha esordito il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmatoemerge una fotografia sconcertante: sul totale dei cani ospitati nei canili delle regioni che attualmente aderiscono al SINAC, oltre 100.000 esemplari, più dell’80% è ospitato in sole cinque regioni, Puglia, Sardegna, Sicilia, Calabria e Campania. Se si rapporta a livello territoriale il numero dei canili autorizzati con il numero dei cani identificati e registrati, è evidente il sovraffollamento delle strutture, che determina il mancato rispetto di standard di salute e benessere animale adeguati”.
“Questo, in prospettiva One Health – ha continuato il Sottosegretario – rappresenta una minaccia anche per la salute pubblica e per gli ecosistemi di riferimento. Basti pensare che in alcune regioni si registrano medie con punte di oltre 300 cani per canile”.
“Inoltre, tenuto conto del costo medio giornaliero unitario per la gestione del singolo cane ospitato nel canile, stimato dal Ministero della Salute in un range compreso fra 3,5 e 4,5 euro, la spesa pubblica in un arco temporale di 7 anni (durata media della permanenza degli animali nelle strutture) supera, in Italia, un miliardo di euro. Tale settore di attività, pertanto, è diventato particolarmente attrattivo per la cosiddetta ‘zoomafia’, che ritiene lucrativo trattenere esemplari nei canili per percepire sussidi statali, non curandosi delle loro condizioni e ostacolandone al contempo l’adozione”.
“Per fare luce su questi aspetti e utilizzando il SINAC abbiamo avviato una campagna di controlli a tappeto di concerto con i NAS, che si è svolta da maggio a settembre 2024” ha concluso. 

Il Sottosegretario nel suo intervento ha evidenziato le spese legate alla gestione dei canili – 128 milioni di euro all’anno, per un totale di 1 miliardo di euro in 7 anni – cifre che, alla vigilia della Legge di Bilancio, richiedono molta attenzione. I costi dei canili, infatti, possono gravare sui bilanci comunali fino a 100.000 mila euro all’anno, anche a causa di una “gestione fraudolenta degli animali”. Per questo motivo, sono essenziali sia i controlli sanitari dei medici veterinari che le operazioni di controllo condotte dai Carabinieri dei Nas.

“Le attività di controllo – ha spiegato il Comandante dei Nas, Gen. B. Raffaele Covettihanno interessato il comparto degli animali d’affezione, per accertare lo stato di benessere nel mantenimento degli animali, la gestione e l’impiego di farmaci veterinari, la conservazione e la somministrazione di alimenti e mangimi. Le indagini hanno dato luogo a numerose sanzioni di tipo amministrativo, denunce, sequestri di strutture, per un valore complessivo di € 4.665.205”. 
“È fondamentale – ha sottolineato il Generale – disporre degli strumenti idonei a censire e verificare le strutture che ospitano animali d’affezione e in questo il SINAC si è rivelato un sistema valido e un supporto imprescindibile. Continueremo ad implementare le attività ispettive, di concerto con il Ministero della Salute, per il ripristino della legalità e la garanzia del benessere animale”.

Le attività di controllo sanitario sul territorio nazionale sono state oggetto anche di un’interrogazione parlamentare nel novembre 2023, a firma della deputata Rita Dalla Chiesa, che ha richiamato l’attenzione del Governo sul tema della salute e del benessere degli animali d’affezione, anticipando il problema del sovraffollamento dei canili. 

“Sono felice di aver potuto finalmente parlare di quello che rappresenta un gravissimo problema che riguarda soprattutto l’Italia del centro sud” ha affermato l’on. Rita Dalla Chiesa. “Mi riferisco ai maltrattamenti sugli animali, alle condizioni terribili dei cosiddetti canili ‘fantasma’, che arrivano ad ospitare anche 3.000 cani, dei quali poi non si sa più nulla. Parliamo di entrate economiche di cui beneficiano illegittimamente i gestori di molti canili, di mancanza di sterilizzazione dei randagi, della necessità di un albo per il personale volontario che lavora nei canili, troppo spesso senza adeguata formazione. Aspetti su cui finalmente stiamo facendo luce, soprattutto in un’ottica di rispetto della legge. Sono certa che da questa giornata prenderanno il via molte altre iniziative, con il coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate”.

L’on. Dalla Chiesa ha anche proposto la creazione di un albo dei volontari “per un sistema di adozione credibile”. Citando esperienze personali, ha riferito di gestioni illegittime delle adozioni, immagini di animali postati sui social a scopo di ottenere visibilità, falsi numeri verdi per segnalare animali in difficoltà e accesso negato nei canili.
Alla conferenza, inoltre, ha partecipato la Presidente dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente, l’on. Maria Vittoria Brambilla, che ha fatto il punto sulle attività in corso e sulle iniziative legislative allo studio. 

“Il SINAC per la prima volta consente di identificare e registrare i nostri amici animali aumentando la capacità di governance del sistema” ha commentato l’on. Maria Vittoria Brambilla. “Grazie al SINAC sarà possibile non solo erogare con la necessaria adeguatezza i servizi che i cittadini richiedono, ma anche raccogliere importanti indicatori sulla salute e sul benessere degli animali d’affezione”.
“Un sentito ringraziamento va alle forze dell’ordine, e in particolare ai Carabinieri, per aver dato sistematicità alle verifiche sui canili e per aver portato alla luce tante situazioni assolutamente intollerabili. I dati forniti oggi sono la fotografia di una realtà con molte ombre, ma anche il necessario punto di partenza per altri, doverosi interventi. Voglio infine ricordare che proprio ieri la commissione Giustizia, esaminando la proposta di legge AC 30 di cui sono prima firmataria e relatrice, ha approvato un emendamento che esenta dal pagamento delle sanzioni amministrative i proprietari o i detentori che spontaneamente si mettono in regola con le norme sull’identificazione degli animali da compagnia. È un invito a far registrare nel sistema informativo il proprio animale, invito al quale la Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, di cui mi onoro di essere presidente, risponderà organizzando sul territorio ‘giornate’ dedicate alla microchippatura”.

Il SINAC

La Banca Dati degli animali da compagnia è un progetto di anagrafe unica, centralizzata a livello nazionale per raccogliere i dati di cani, gatti, furetti, identificati con microchip o tatuaggio in Italia.
Il SINAC, collocato all’interno della Banca Dati Nazionale (BDN) del Ministero della Salute, che riunisce tutte le anagrafi animali gestite dal Centro Servizi Nazionale (Csn) presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, registra le informazioni riguardanti tutti gli animali da compagnia, in linea con le modalità definite da un manuale operativo a cura dello stesso Ministero.
Il Sistema rappresenta un importante punto di convergenza per diverse tipologie di utenti, tra cui i Servizi Veterinari regionali e territoriali (Asl), il Ministero della Salute e altri utenti deputati alla gestione del randagismo, i veterinari privati ed altri operatori del settore, i quali tutti hanno la possibilità di dialogare in maniera efficiente tra loro, bypassando le precedenti frammentazioni dovute alla diversità dei sistemi regionali.
Ad oggi, sono quindici le Regioni italiane che utilizzano il Sistema, oltre alla Provincia autonoma di Bolzano; le Regioni Emilia-Romagna, Lazio, Toscana e la Provincia Autonoma di Trento stanno finalizzando il processo per permetterne l’utilizzo.

CITATI: MARCELLO GEMMATO, MICHELA VITTORIA BRAMBILLA, RITA DALLA CHIESA
TAG: BENESSERE ANIMALE, CANILI, NAS, ZOOMAFIA

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