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25 Settembre 2024

Ipertensione polmonare nel cane e nel gatto: diagnosi e terapia passo dopo passo

Un algoritmo per riconoscere, diagnosticare e trattare l’ipertensione polmonare nei cani e gatti attraverso tecniche avanzate di ecocardiografia e protocolli specifici


Ipertensione polmonare nel cane e nel gatto: diagnosi e terapia passo dopo passo

L’ipertensione polmonare è una condizione grave che può colpire cani e gatti, compromettendo la funzionalità del ventricolo destro e portando a scompenso cardiaco. Nei casi più gravi può determinare la morte del paziente. Identificare e trattare rapidamente questa patologia è cruciale per migliorare la qualità di vita degli animali e prevenire complicazioni. 
 

L’ipertensione polmonare

Lo sviluppo dell’ipertensione polmonare è causato da anomalie vascolari polmonari caratterizzate da: 
● un aumento del flusso ematico polmonare, 
● un aumento della resistenza vascolare polmonare, 
● un aumento della pressione venosa polmonare o da una loro combinazione. 
La conseguenza dell’ipertensione polmonare è un progressivo aumento del lavoro del ventricolo destro che porta a un suo rimodellamento e disfunzione, determinando scompenso cardiaco destro (ascite), ridotta portata cardiaca, fino alla morte del paziente. 
Sulla base dei riscontri ottenuti durante il cateterismo cardiaco e dell’arteria polmonare, si può definire l’ipertensione polmonare come: 
precapillare, ovvero caratterizzata da un aumento delle resistenze vascolari polmonari e una normale pressione di incuneamento capillare polmonare (pulmonary capillary wedge pressure, PAWP), 
●  postcapillare, ovvero caratterizzata da un aumento della PAWP con resistenze vascolari normali (ipertensione polmonare postcapillare isolata) o aumentate (ipertensione polmonare postcapillare e precapillare).

Come intervenire? 

A questa domanda risponde il dottor Federico Fracassi, Professore associato del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie (DIMEVET) dell’Università di Bologna, Medico Veterinario Diplomato ECVIM-CA, EBVS® - European Veterinary Specialist in Small Animal Internal Medicine, in Algoritmi diagnostico terapeutici in medicina interna, un testo che fornisce 85 algoritmi per guidare il lettore, passo dopo passo, nella risoluzione di problemi medici con opzioni logiche e pratiche.

Il protocollo diagnostico
1. L’ecocardiografia transtoracica è il più importante strumento di screening non invasivo, anche se il gold standard per la diagnosi dell’ipertensione polmonare è rappresentato dal cateterismo dei settori cardiaci destri e dell’arteria polmonare. 
2. La velocità di picco del rigurgito tricuspidale può fornire una stima non invasiva della pressione arteriosa polmonare sistolica.
3. Oltre alla velocità di picco del rigurgito tricuspidale, sussistono altri reperti ecocardiografici che possono aiutare nel valutare la probabilità di presenza di ipertensione polmonare. Questi segni coinvolgono tre distretti anatomici: i ventricoli (deplezione volumetrica del ventricolo sinistro, ipertrofia del ventricolo destro, appiattimento sistolico del setto interventricolare e disfunzione sistolica del ventricolo destro), l’arteria polmonare (dilatazione dell’arteria polmonare, ridotta distensibilità dell’arteria polmonare destra, velocità di picco dell’insufficienza diastolica polmonare >2,5 m/s e asimmetria e/o evidenza di un’incisura mesosistolica del flusso sistolico anterogrado polmonare all’analisi Doppler) e l’atrio destro e la vena cava caudale (dilatazione dell’atrio e/o della vena cava caudale).
4. Il protocollo diagnostico deve essere impostato sulla base dei segni clinici e dei reperti clinico-patologici: ecocardiografia (probabilità di ipertensione polmonare, cardiopatia sinistra, shunt cardiaci, malattie parassitarie); emocromo, biochimica e analisi delle urine (malattie parassitarie, malattie sistemiche, malattie predisponenti al tromboembolismo polmonare); conta piastrinica, profilo coagulativo e parametri associati all’ipercoagulabilità (es., D-dimeri e antitrombina) (malattie parassitarie, embolia/trombosi/tromboembolia polmonare), emogasanalisi (ipossia); test per la ricerca di Dirofilaria immitis/Angiostrongylus vasorum (malattie parassitarie); imaging cervicale/toracico (es., radiografia, fluoroscopia, TC) (malattie respiratorie, neoplasie, malattie parassitarie, embolia/trombosi/ tromboembolismo polmonare); tracheobroncoscopia e lavaggi broncoalveolari (malattie respiratorie, neoplasie, malattie parassitarie); agoaspirato o biopsia polmonare (malattie del parenchima polmonare, neoplasie, malattie parassitarie, malattia veno-occlusiva polmonare, emangiomatosi capillare polmonare); ecocardiografia con mezzo di contrasto (es., microbolle) (shunt destro-sinistro).

La diagnosi
Sulla base di questo approccio, la probabilità di ipertensione polmonare può essere classificata come: 
5. Bassa: velocità di picco del rigurgito tricuspidale ≤3 m/s o non misurabile associata a 0-1 siti anatomici contraddistinti da segni di ipertensione polmonare all’ecocardiografia. 
6. Intermedia: velocità di picco del rigurgito tricuspidale ≤3 m/s o non misurabile associata a 2 siti anatomici contraddistinti da segni di ipertensione polmonare all’ecocardiografia; o velocità di picco del rigurgito tricuspidale di 3,0-3,4 m/s associata a 0-1 siti anatomici contraddistinti da segni di ipertensione polmonare all’ecocardiografia; oppure velocità di picco del rigurgito tricuspidale >3,4 m/s associata a 0 siti anatomici contraddistinti da segni di ipertensione polmonare all’ecocardiografia. 
7. Alta: velocità di picco del rigurgito tricuspidale ≤3 m/s o non misurabile associata a 3 siti anatomici contraddistinti da segni di ipertensione polmonare all’ecocardiografia; o velocità di picco del rigurgito tricuspidale di 3,0-3,4 m/s associata a ≥2 siti anatomici contraddistinti da segni di ipertensione polmonare all’ecocardiografia; oppure velocità di picco del rigurgito tricuspidale >3,4 m/s associata a ≥1 siti anatomici contraddistinti da segni di ipertensione polmonare all’ecocardiografia.
In base alla malattia sottostante, l’ipertensione polmonare può essere classificata in: 
8. Gruppo 1: incremento della pressione arteriosa polmonare idiopatica, ereditaria, indotta da farmaci e/o tossine, associata a shunt cardiaci congeniti, vasculite polmonare o deposito di amiloide a livello di vasi polmonari. 
9. Gruppo 1’: malattia veno-occlusiva polmonare o emangiomatosi capillare polmonare. 
10. Gruppo 2: malattie del cuore sinistro. 
11. Gruppo 3: malattie respiratorie, ipossia o entrambe. 
12. Gruppo 4: emboli /trombi/tromboemboli polmonari. 
13. Gruppo 5: malattie parassitarie (Dirofilaria immitis o Angiostrongylus vasorum). 
14. Gruppo 6: ipertensione polmonare con meccanismi multifattoriali o non delineati. 

Per continuare ad approfondire i dettagli dell’algoritmo e conoscere la terapia da adottare, consulta il volume Algoritmi diagnostico terapeutici in medicina interna. Nel cane e nel gatto

A cura di Grazia Lapaglia

TAG: ALGORITMI, ALGORITMO DIAGNOSTICO, CANE, GATTO, IPERTENSIONE POLMONARE

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