Animali da Compagnia
18 Luglio 2024I disturbi dell’equilibrio sono un problema neurologico comune nei cani e nei gatti e sono causati da disfunzioni del sistema vestibolare. Un protocollo per diagnosticarli e trattarli passo dopo passo
I disturbi dell’equilibrio nei cani e nei gatti rappresentano un problema neurologico frequente, spesso causato da disfunzioni del sistema vestibolare. Questo sistema è fondamentale per mantenere l’equilibrio corporeo, la postura antigravitazionale e la coordinazione degli occhi rispetto al movimento della testa. Come intervenire? Qual è il protocollo diagnostico da seguire? Quale sarà la terapia?
A queste domande risponde il dottor Federico Fracassi, Professore associato del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie (DIMEVET) dell’Università di Bologna, Medico Veterinario Diplomato ECVIM-CA, EBVS® - European Veterinary Specialist in Small Animal Internal Medicine, in Algoritmi diagnostico terapeutici in medicina interna, un testo che fornisce 85 algoritmi per guidare il lettore, passo dopo passo, nella risoluzione di problemi medici con opzioni logiche e pratiche.
Malattie vestibolari
Il sistema vestibolare è l’apparato più importante nel mantenimento dell’equilibrio corporeo, nell’atteggiamento posturale antigravitazionale e nella coordinazione della posizione degli occhi rispetto al movimento della testa. È tradizionalmente suddiviso in periferico e centrale.
Le malattie vestibolari si manifestano solitamente sotto forma di atassia asimmetrica unilaterale. A seconda della gravità della malattia, l’animale può mostrare movimenti di inclinazione, caduta o rotolamento verso il lato della lesione.
L’atassia vestibolare è dovuta alla perdita del tono estensore omolaterale e all’ipertono del muscolo estensore controlaterale. Un segno caratteristico di una sindrome vestibolare unilaterale è l’inclinazione della testa, che nella maggior parte dei casi è ipsilaterale rispetto al lato della lesione. L’inclinazione della testa rappresenta l’esito della diminuzione del tono dei muscoli antigravitazionali omolaterali del collo. Quest’anomala postura è caratterizzata dalla rotazione del piano mediano della testa, che esita nell’abbassamento dell’orecchio del lato colpito.
Altri segni clinici della sindrome vestibolare unilaterale includono il nistagmo patologico, lo strabismo vestibolare e, talvolta, la nausea e il vomito dovuti a cinetosi. I suddetti segni possono essere presenti in caso di sindrome vestibolare unilaterale sia periferica sia centrale.
Ai fini prognostici è di estrema importanza determinare se la lesione colpisce le strutture vestibolari centrali o periferiche. Nel caso di sindrome vestibolare unilaterale periferica la prognosi è generalmente buona, mentre nel caso di interessamento centrale la prognosi è peggiore.
In corso di sindrome vestibolare centrale potrebbero essere osservati un’alterazione dello stato mentale, tetraparesi, deficit propriocettivi e disfunzione dei nervi cranici. La paralisi del nervo facciale e/o la sindrome di Horner sono altamente indicative di malattia vestibolare periferica.
Il protocollo diagnostico
1. Deve essere sempre effettuato un attento esame delle strutture dell’orecchio, anche mediante otoscopia, per verificare la presenza di lesioni a tale livello.
2. Se sono presenti anemia rigenerativa normocitica, normocromica e ipercolesterolemia si deve sospettare una disfunzione tiroidea.
3. Un pannello tiroideo (TSH, T4 ± T4 libero) è raccomandato soprattutto nei casi caratterizzati da altri segni clinici di ipotiroidismo (es. alterazioni dermatologiche) ed elevata concentrazione sierica di colesterolo. Nei casi dubbi (es. quando il TSH non è aumentato) dovrebbero essere presi in considerazione il test di stimolazione con rhTSH o la scintigrafia tiroidea.
4. Le tecniche di diagnostica per immagini avanzate, quali la tomografia computerizzata o la risonanza magnetica, sono essenziali ai fini dell’ottenimento di una diagnosi. Nello specifico, la risonanza magnetica rappresenta il gold standard diagnostico e mostra una maggiore sensibilità rispetto alla tomografia computerizzata nella visualizzazione dei tessuti molli e della fossa caudale. La presenza dell’artefatto da indurimento del fascio (beam-hardening artifact) a livello della fossa caudale, ove risiedono le strutture vestibolari centrali, limita l’uso di questa tecnica diagnostica nella diagnosi della sindrome vestibolare unilaterale centrale. Quando si sospetta una sindrome vestibolare unilaterale centrale di origine infiammatoria/infettiva dovrebbero essere presi in considerazione l’esecuzione dell’esame del liquido cerebrospinale e test specifici per alcune malattie infettive (es. cimurro, toxoplasmosi, neosporosi).
5. La diagnosi di otite media/interna si basa sui segni clinici, sull’esame otoscopico e sui risultati della diagnostica per immagini avanzata. La visualizzazione del timpano integro mediante otoscopia non consente di escludere una diagnosi di otite media/interna. In caso di otite media/interna, dopo la conferma mediante risonanza magnetica, dovrebbero essere prese in considerazione la miringotomia associata alla valutazione citologica dell’essudato, all’esame colturale e all’antibiogramma, al fine di stabilire un adeguato regime terapeutico.
6. La sindrome vestibolare idiopatica è una delle cause più comuni di disfunzione vestibolare periferica, sia nel cane che nel gatto. I cani affetti sono generalmente di età avanzata; dunque, la malattia è solitamente indicata come malattia vestibolare geriatrica idiopatica. Nei gatti potrebbe manifestarsi a qualsiasi età. L’esordio dei segni vestibolari è iperacuto/acuto e il decorso può essere progressivo durante le prime 24-48 ore. Il recupero è spontaneo e di solito avviene in 2-3 settimane. La diagnosi si basa sull’esclusione di altre cause.
7. Alcune cause di sindrome vestibolare unilaterale periferica includono la somministrazione di agenti ototossici come gli aminoglicosidi, i diuretici dell’ansa o i detergenti del condotto uditivo contenenti iodofori e clorexidina. Sia la somministrazione parenterale sia quella topica possono causare ototossicità. La diagnosi si basa sui reperti anamnestici.
8. L’ipotiroidismo è stato associato a malattia vestibolare sia periferica sia centrale. La patogenesi della polineuropatia che si sviluppa in corso di ipotiroidismo è ignota. Si ipotizza che ciò sia dovuto alla deposizione di materiale mixomatoso che comprime i nervi cranici nel punto in cui essi fuoriescono dai forami del cranio. La diagnosi si basa sulla misurazione di un T4 o T4 libero basso e di un TSH elevato in animali con segni clinici coerenti.
9. La sindrome vestibolare congenita è stata segnalata in diverse razze: Pastore tedesco, Doberman Pinscher, Akita Inu, Cocker Spaniel inglese e Birmano. I segni clinici sono presenti sin dalla nascita ma possono migliorare nel tempo grazie a un meccanismo di compensazione. L’inclinazione della testa e la sordità sono segni clinici che possono persistere.
10. Diverse condizioni patologiche sono associate a malattia vestibolare centrale. I tumori della fossa caudale e le malattie infiammatorie/infettive sono le due cause più comuni di sindrome vestibolare unilaterale centrale. Sia i tumori primari sia le forme metastatiche possono interessare il tronco cerebrale e il cervelletto. I tumori primari più comunemente associati a sindrome vestibolare unilaterale centrale sono i meningiomi e i tumori del plesso coroideo. I disturbi infiammatori o infettivi di più frequente riscontro in corso di sindrome vestibolare unilaterale centrale includono il cimurro, la peritonite infettiva felina e gli ascessi cerebrali otogeni. Sono frequenti anche i disturbi infiammatori non infettivi quali la meningoencefalite a eziologia sconosciuta. Dovrebbero essere considerate tra le cause di sindrome vestibolare unilaterale centrale anche le forme tossiche e metaboliche, quali l’intossicazione da metronidazolo o la carenza di tiamina.
Per continuare ad approfondire i dettagli dell’algoritmo e conoscere quale terapia adottare, consulta il volume Algoritmi diagnostico terapeutici in medicina interna. Nel cane e nel gatto.
A cura di Grazia Lapaglia
CITATI: FEDERICO FRACASSISe l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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