One Health
08 Gennaio 2024 La perdita di biodiversità ha importanti conseguenze sulla salute umana e animale, in particolare sulle malattie infettive emergenti e riemergenti che colpiscono tutti gli esseri viventi
Nonostante i media e l’opinione pubblica spesso puntino il dito contro la fauna selvatica come fonte di malattie infettive, è in realtà l’azione umana nella distruzione dell’habitat e della biodiversità a giocare un ruolo chiave nella loro trasmissione. Questo pone in evidenza l’interconnessione tra la salute umana, la salute animale e quella dell’ecosistema, sottolineando la necessità di un approccio integrato e multidisciplinare, come quello One Health.
La perdita della biodiversità
La Convenzione sulla Diversità Biologica definisce la biodiversità come la variabilità tra gli organismi viventi, inclusi ecosistemi terrestri, marini e acquatici, nonché la diversità all’interno delle specie, tra specie diverse e degli ecosistemi. Essa è cruciale per il funzionamento degli ecosistemi e per la fornitura di beni e servizi essenziali per la salute e il benessere umano e animale, come per esempio cibo, impollinazione, aria pulita, acqua dolce, regolazione del clima, etc. Tuttavia, il declino globale della biodiversità minaccia questi benefici e crea nuove vulnerabilità nella salute collettiva, aumentando il rischio di nuove malattie.
Le cause principali della perdita di biodiversità includono il degrado e la frammentazione degli habitat naturali, spesso dovuti a urbanizzazione e cambiamento dell’uso del suolo. L’eccessivo sfruttamento delle risorse biologiche, come la caccia, la pesca e la deforestazione, minaccia sia le specie selvatiche sia gli ecosistemi. I cambiamenti climatici accelerano questi processi, portando a eventi meteorologici estremi che influenzano ulteriormente la biodiversità. L’inquinamento, soprattutto da attività industriali e agricole, altera e danneggia gli habitat. Le specie aliene invasive, spesso introdotte accidentalmente o deliberatamente dall’uomo, destabilizzano gli ecosistemi locali. Infine, la scarsa consapevolezza, la mancanza di incentivi finanziari e i modelli di consumo e produzione insostenibili contribuiscono indirettamente a questa perdita.
Queste cause hanno diverse conseguenze sulla salute e sul benessere. L’urbanizzazione e i cambiamenti nell’uso del suolo riducono le interazioni con la natura, limitando i benefici che questa offre e creando ambienti favorevoli alla diffusione di malattie. L’aumento delle malattie infettive è spesso legato alla riduzione della diversità genetica negli allevamenti e all’aumento del contatto tra specie selvatiche e domestiche. Il sovrasfruttamento impatta negativamente sulle catene alimentari e le risorse mediche, riducendo le fonti di cibo e i principi attivi per nuovi farmaci. I cambiamenti climatici e gli eventi estremi causano stress aggiuntivo sulle popolazioni, specialmente quelle meno industrializzate e più povere, aumentando la vulnerabilità alle malattie. Infine, l’inquinamento altera l’equilibrio ecologico e aumenta il rischio di malattie infettive emergenti e riemergenti, a causa del declino della biodiversità.
Come preservare la biodiversità
Le soluzioni proposte per contrastare la perdita di biodiversità includono il Quadro Globale per la Biodiversità Kunming-Montreal (GBF) concordato dalle Nazioni Unite, con obiettivi specifici da raggiungere entro il 2030. Queste misure mirano a proteggere il 30% dell’ecosistema, dimezzare gli sprechi alimentari e ridurre la produzione dei rifiuti, arrestare l’estinzione indotta dall’uomo delle specie minacciate e ridurre al minimo i conflitti tra uomo e fauna selvatica. Inoltre, tra gli obiettivi, vi sono quello di stanziare 200 miliardi di dollari l’anno in finanziamenti legati alla biodiversità, riducendo i sussidi governativi dannosi di 500 miliardi, aumentare i flussi finanziari internazionali dai Paesi sviluppati ai Paesi in via di sviluppo e coinvolgere le grandi aziende transnazionali nella salvaguardia della biodiversità.
Un’altra strategia importante è l’integrazione della biodiversità nell’approccio One Health, che collega salute umana, animale e degli ecosistemi. Sono previste politiche specifiche per la conservazione della biodiversità, la gestione sostenibile delle aree antropiche e il controllo rigoroso della caccia e del commercio di fauna selvatica, al fine di preservare gli equilibri naturali e prevenire la diffusione di malattie.
L’approccio One Health considera come la perdita di biodiversità influenzi la salute umana e animale e abbia ripercussioni socio-economiche. Una maggiore consapevolezza della biodiversità può aiutare a valutare i rischi per la salute, prevenire danni ambientali e proteggere le comunità dipendenti da essa.
A cura di Francesca Innocenzi
TAG: BIODIVERSITà, ECOSISTEMA, MALATTIE INFETTIVE, NAZIONI UNITE, ONE HEALTH, QUADRO GLOBALE PER LA BIODIVERSITà KUNMING-MONTREALSe l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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