Professione
30 Marzo 2023 Roma Capitale, l’avviso di selezione pubblica per l’incarico di collaborazione a due medici veterinari lascia di stucco: con buona pace per l’equo compenso, lo stipendio lordo non supera i 1000 euro mensili. La dichiarazione di FNOVI.
Notizie (buone?) dal Comune di Roma, l’avviso pubblico parla chiaro: si richiedono due Medici Veterinari per il conferimento dell’incarico inerente il Servizio di Assistenza Veterinaria al bestiame. L’incarico è di una certa responsabilità, prevede infatti oltre all’assistenza al bestiame anche l’eventuale redazione e/o attualizzazione del Piano di Gestione Sanitaria, e contempla lo svolgimento delle funzioni di verifica e controllo sulle attività svolte nelle due aziende presso cui sarà svolta la mansione.
Di fatto si dovranno occupare di:
a) medicina veterinaria dei bovini ed equini allevati in agricoltura biologica;
b) gestazione dei capi riproduttori;
c) diagnosi e cura delle patologie;
d) assistenza al parto;
e) lotta della mortalità neonatale;
f) prevenzione delle zoppie.
Ciò comporta, dunque, che i collaboratori prescelti dovranno avere competenze ampie che spazino dalla medicina veterinaria omeopatica e allopatica; alle tecniche di fecondazione artificiale e diagnosi di gravidanza; dalla pratica ginecologica; alla cura dei disturbi metabolici e ruminali; per arrivare alla cura e al pareggiamento unguelare.
Ecco, questo è il testo dell'avviso.
No, a questo punto è chiaro: le notizie non sono buone.
Perché, continuando a leggere, eccola lì la dolente: quella del compenso. E chi è destinato a dolere di più sono proprio i candidati all’incarico. Perché il compenso per questo ventaglio di mansioni fa riflettere per la sua esiguità: 9.000,00 euro per l’anno 2023 e 12.000,00 euro per l’anno 2024 per ciascuna figura professionale, comprensivo di ENPAV e IVA al 22%.
In pratica meno di 800 euro netti a testa.
E pazienza se si dovrà lavorare anche in orario notturno per emergenze, o durante le festività nazionali il sabato/domenica, e anche in reperibilità.
E quindi? Che ne è dell’equo compenso?
Davanti all’enormità di tale sperequazione, abbiamo chiesto una dichiarazione alla FNOVI che così si è espressa.
"FNOVI ha sempre ribadito di ritenere inaccettabile la procedura dell’affidamento di incarichi relativi all’esercizio di una attività medico veterinaria che non prevedano un compenso proporzionato alla quantità ed alla qualità del lavoro svolto. Per i vertici della Federazione questa scelta non pone attenzione alla straordinaria differenza che corre tra una prestazione intellettuale e l’erogazione di un qualsiasi altro servizio: non deve perdersi di vista che i professionisti medici veterinari sono prestatori d’opera intellettuale e dunque il loro lavoro non può essere sottoposto sic et simpliciter alle leggi del mercato e della concorrenza. L’equità del compenso è garanzia di quella libertà ed indipendenza del professionista che assicura (e non sfavorisce) il gioco della concorrenza, che, nel caso concreto, si concretizza in un migliore servizio per la collettività. Il compenso previsto nel bando, che prevede reperibilità 24 ore, interventi urgenti, visite di routine, REV ecc. su 600 vacche, rappresenta una cifra irrisoria: l’Ordine Provinciale di Roma, coerentemente con la visione della Federazione, ha chiesto e ottenuto la diponibilità dell’Amministrazione Comunale, per un confronto sulla tematica. Questo episodio si è verificato poco dopo il via libera della commissione Giustizia di Palazzo Madama, e l’approvazione nell’aula del Senato dello scorso 21 marzo, all’unanimità e per alzata di mano, alla conclusione dell’iter legislativo dell’Atto del Senato 495, alla nuova disciplina sull’equo compenso per i professionisti: è l’occasione, per FNOVI, per ribadire quanto i liberi professionisti siano uno dei pilastri cardine per la crescita del settore economico e sociale, nonché un inesauribile motore di ingegno e idee capaci di contribuire allo sviluppo di tutta la nostra economia".
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