Animali da Compagnia
20 Giugno 2022 L’allarme arriva da Dogs Trust l’associazione britannica dedicata al mondo canino: l’attuale situazione economica caratterizzata dai costi in aumento, infatti, mette a repentaglio il benessere animale. A rischio visite mediche e alimentazione.
Se è il Regno Unito a evidenziare oggi il problema, grazie all’indagine realizzata da YouGov per Dogs Trust, sembra purtroppo più che probabile che il rialzo dei prezzi, l’inflazione e il ristagno dell’economia potranno condizionare in negativo il benessere animale, in forma sempre più generalizzata in molti altri Paesi. Come infatti emerge da questa prima indagine relativa al mood anglosassone, oltre due terzi (68%) dei proprietari di cani nel Regno Unito nutrono preoccupazioni in merito a come potranno prendersi cura del proprio cane nel prossimo anno: per il 30% di questi, inoltre, la preoccupazione è di una certa entità ("molto" o "abbastanza”). Il capitolo di spesa che preoccupa maggiormente (viene infatti indicato dal 49% del campione) è quello delle spese veterinarie, in seconda posizione si collocano quelle alimentari (17%), seguite a ruota da quelle per le assicurazioni (15%). Evidente, dunque, come l’attuale contingenza economica potrà avere conseguenze negative sul benessere degli animali, cui potrebbero essere negate attenzioni legate sia alla prevenzione e alla profilassi veterinaria, sia alla qualità del cibo. In seconda battuta, naturalmente, a risentire di questa situazione è la propensione all’acquisto/adozione di nuovi cani: messa a rischio per il 54% del campione che, infatti, trova nell’aumento dei prezzi un forte deterrente. In aggiunta – denuncia Dogs Trust – oggi si “sta assistendo a un costante aumento del numero di richieste da parte dei proprietari che hanno preso la straziante decisione di rinunciare al proprio cane”.
Un amaro déjà vu della situazione già vissuta nel 2008, quando la recessione portò a innumerevoli rinunce. Già quest’anno – conferma Owen Sharp, CEO di Dogs Trust - abbiamo già ricevuto 13.000 chiamate da proprietari che hanno bisogno di rinunciare ai loro cani, un aumento del 58% rispetto allo scorso anno”.
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